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letra de blues vibes - tigna

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prerit

e mi sciolgo nel blues
è la triste eleganza di un altro ragazzo che vuole di più
una lotta con l’ego la smonto coi lego per farci un’igloo
che protegga dal caldo di questa provincia
e la musica mia la proteggo a metafore e a suon di kazoo e

rit

non dirò mai che avrei potuto scegliere altro perché gli altri non sono mai una giustificazione ho imparato a fottere me stesso per primo così ad incolparmi di frode non hanno ragione ho ragione io
lavoro sodo e sovente mi strappo questo sono io, che mi rialzo
riascoltandomi ho solo capito che la strada è lunga ancora, che la strada è buia in zona
che l’asfalto brucia i piedi
ma ho i calli che fan da suola, una trave che sta-da-sola, una tigna che fa-la-spola, tra il sogno e la scuola tra il mondo e la cl-ssicità che se non mi sbaglio ora torna di moda

str.1

ora tornerò a casa e spero che sia libera così io e tigna avremo un po’ di privacy
scriverò dei miei insuccessi, dei colpi subiti e degli errori fatti si
ancora adesso il vissuto che mi porto appresso
non lo esplicito, perché vorrei solamente proteggerlo come chi non mi ha protetto, rettifico sai che un ragazzo di 20 anni, senza problemi con bella testa
non se la rischia per un pugno d’oro
non se lo rischia un bel pugno in testa
non se lo filano quelle sn0b, perché troppo country per omologarsi
non sentirebbe la puzzetta sotto il naso, ma gli mancherebbe già quella dei campi edoardo di nome e di fatto, lo stesso nome sulla denuncia
quando le stoppie secche erano cenere mio padre ancora non sapeva nulla
quella part-ta in panchina di basket, giocato male, giocato poco
no fra non bastano 24 ore per perdere la tua paura del fuoco

sono tigna de cari quel tipo di caro che ha cara la family come la storia, perché da soli si affonda nel fango ma saranno i fratelli a darti la gloria faremo le storie pensando che forse per tutti quanti saremo qualcuno io che mi odio ho di meglio da fare se non per la musica o sponsorizzare qualcuno la merda è che in questo mondo, la musa di un tempo ora è il dio denaro, ecco perché vanno meno a tempo di quanto si filmano coi soldi in mano
io che li faccio e l’investo subito solo per trasmettervi le mie emozioni, non ho mai il becco d’un quattrino però frate sono sempre pieno di canzoni da ripeti il brano alle ripetizioni a ripetere la serie di piegamenti c’è un sottile fil rouge, che li cuce, dirò una perla o un, punto luce, che tiro un re-spiro, di sollievo quando penso che adesso è tutto finito, il punto di fuga è la luna nel cielo e il grafico della prospettiva tende ad infinito

prerit

e mi sciolgo nel blues
è la triste eleganza di un altro ragazzo che vuole di più
una lotta con l’ego la smonto coi lego per farci un’igloo
che protegga dal caldo di questa provincia
e la musica mia la proteggo a metafore e a suon di kazoo

rit

non dirò mai che avrei potuto scegliere altro perché gli altri non sono mai una giustificazione ho imparato a fottere me stesso per primo così ad incolparmi di frode non hanno ragione ho ragione io, lavoro sodo e sovente mi strappo questo sono io, che mi rialzo
riascoltandomi ho solo capito che la strada è luunga ancora, che la strada è buuia in zona
che l’asfalto bruucia i piedi
ma ho i calli che fan da suola, una trave che sta-da-sola, una tigna che fa-la-spola, tra il sogno e la scuola tra il mondo e la cl-ssicità che se non mi sbaglio ora torna di moda

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