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letra de smartismi pt.1 - somarionda

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finalmente è giunta l’elettricità
getta luce nuova sull’umanità
l’aria si elettrizza di felicità
ci illumina la vita nella sua totalità
ora che è arrivata l’elettricità
chissà quanti nuovi aggeggi accenderà
tutti con la smania di comunicar
nelle strade nei paesi in ogni angolo in città

…adoravamo la macchina, lo stile d’acciaio, i trasmettitori a valvole, gli aritmometri, le onde radio, le centrali elettriche, il nostro genio rivolto al futuro, il nostro intento figlio della macchina, nuovo di zecca e micidialmente elettrico…

quel tal sеntì
l’urlo del suo paziente vibrar così
dеntro l’aggeggio in rame
fu più che evidente che la voce umana potesse viaggiar su corrente
da un punto ad un altro di un qualsiasi ambiente
da lì a un pò
un mondo appena cablato si aggrovigliò
un genialoide croato parlò
di un domani di voci e messaggi inviati senza usare cavi
fu genio ma poco avvezzo agli affari
così un tizio più scaltro brevettò un’idea similar
novità, gli uomini in tutta mobilità poter prendere a comunicar
poi vennero guerre mondiali
gli stati avanzati contro gli avversari inventarono calcolatori binari
il conflitto raffreddò, l’uomo nuovo passeggiò sulla luna
e in terra gli umani erano invasi
da squilli di aggeggi industriali
si prepara al grande salto
l’uomo nuovo inquadra nuove mete
collega o ancora meglio connette un calcolatore all’altro
nasce la rete che in breve si espande su enormi distanze
l’elettroaggeggio pensante richiede attenzione più grande
veste abiti civili da esterno quando svalica confini di governo
e approda al bricolage
di qualche smanettone dentro ad un garage
che in lui intravede un potenziale aggeggio adatto
ad ogni umana sfera personale
medesimo destino tocca al suo telecugino
cioè lo squillo non è più solo per casa e comodino
è destinato ad uno spazio piccolino
nel privato della tasca di ogni piccolo individuo
se da principio dieci ricchi sborano col nuovo simbolo
un mercato florido fiuta il valore del consumatore singolo
e mentre i chip evolvono in capacità di calcolo
gli aggeggi affiorano a miliardi e già stravincono

nuova era
tempo d’oggi
squilla il chip
la furbizia degli aggeggi
sintetizza tutto in rapidi passaggi
carne somatizza
l’uomo sordo si consegna alla sua macchina
che registra osserva elabora
senza un tasto spegnimento
vittima di un’ossessione
ansia da ottimizzazione
sta passando il tempo
a forza di misurazioni
senza più approssimazioni
siam miliardi di coglioni
che non han più un senso
…ora cantiamo il corpo elettronico, la bellezza nuova, quieta bianchezza delle forme, l’essenzialità elegante, l’onnipresenza del timer silente, celebriamo il bigdata, l’intelligenza degli aggeggi smart, l’abbondanza accelerata, la postidentità, i fotobiettivi con dentro noi, cantiamo il telelavoro, il weblavoro 24h, il lavoro ovvio svolto dalle macchine per noi, l’illumin-z-one a schermo, lo shopping maniacale, il nostro restyling, il grande reset, l’elettrificazione dei nervi, le protesi del cervello e la memoria nei dischi rigidi, noi cantiamo lo spazio in quanto ovunque e il tempo in quanto questo solo istante. ora!

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