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letra de la sparasoldi - simon belmont

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[testo di “la sparasoldi” ft. apotheosis]

[intro: bigh 2nd, knlz]
scopo troppe troie, frocio, troppi soldi
tanto adesso il top è dire nulla
solo merda fresca con la sparasoldi
della purple drank lo zarathustra
nuoto nei lingotti, fumo cin…
no, no, no, no, no cos’è ‘sta merda?
eh scusa, volevo diventare famoso. no?
così non ci siamo, eh
no, scusa

[strofa 1: bigh 2nd]
sono povero come gesù di nazareth
con la musica non ci farò mai niente tranne muovere una manciata di anime
e mi sta bene se capite le antifone e le metafore (le metafore)
antigone e creonte, abituato a perdere da sempre col più forte
però dipingendo il segno del mio passaggio, alle volte
la speranza è una chimera e io sono bellerofonte
faccio tutto di mia sponte
le sponde dell’acheronte sono aride
come le anime di chi fomenta questo grande vuoto che mi rende esanime
paride ha sfidato il mondo per elena
dio si riposa la domenica
troppo facile, non voglio fare polemica
preferisco lo stoicismo di seneca (uah)
sulla mia nave non c’è la prua, cerco la direzione con fogli e inchiostro (sì, sì)
a volte, fra’, mi sento gargantua, in mezzo alle persone impacciato, un mostro (un mostro)
fa caldo come in africa, ma dentro il mio cuore sonata arctica
fra’, sopra il golgota, pozzo guidato da direttive
guarda, mi sa che erano diverse le aspettative
tranne qualche caduta di stile il passato, fra’, non lo rinnego
mi ha reso quello che sono forgiato da quello che ero
schietto e sincero, mi capita che perdo il filo dentro il labirinto
non sono teseo ma poi mi ricollego (poi mi ricollego, facile)
io non ti sp-cca la faccia, ti sp-cco l’ego
[interludio: apotheosis, bigh 2nd]
ma cosa state facendo? tanto siete tutti lì, statici, ormai siete dei plutocrati, non dovete nemmeno fare musica. sganciate i soldi
questo non c’era nel testo comunque
c’era, c’era eccome, tanto io faccio musica solamente per questo, no?

[strofa 2: apotheosis]
ho così tanti volti, appaio ovunque come i visi di bélmez
inestricabile quanto la “casa di scale” di escher
pantagruelico l’odio in cui intrigo la penna
quando mi dedico alla scrittura dei punti nevralgici di una struttura che definisce chi siamo, è ironico
è ironico quanto ormai tutti siano reclusi nella stessa anamnesi
un fonema privo di etimo segregato in un’unica epentesi
siete amorfi, proteiformi, cambiate a seconda del paradigma meccanico, cloaca dei duttili
strascico di una coscienza dapprima pensante ed adesso micacea tra i fossili
ma sopravvivrò alla negligenza come i tredici di [?]
mi preferisco antropof-go anziché naufrago in una voragine
[?] in cui levitano le compagine dei vostri pensieri (ah)
ginepraio di intenti che intanto saranno fallaci sin dal primo verbo
se quando converso mi pianti coi semi il diverbio
non necessito di protezioni come [?]
tento di estrarmi dal male da solo, leonid rogozov

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