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letra de salvia divinorum (wormhole) - reiven

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[testo di “salvia divinorum” ft. carlo corallo]

[parte 1]

[strofa 1: carlo corallo]
diceva “drago” e “droga” hanno le stesse lettere, ovviamente
le avessi lette in questo senso penso ora sarei riuscito a smettere
e invece sono qui a parlare allo specchio tra me e me
vestito in stile eighties: maglia yankees, levi’s corti e risvolti
a fare come in trainspotting sopra ai treni sporchi
ora tremi, spostati
un mio amico preferiva litigare che interrompere il legame
freddo come le iguane nel liquame
odiava vedermi leggere di draghi
lui che era debole davanti alle fauci di un altro rettile
e il giorno in cui trovarono il corpo al mattino
un coccodrillo era fuggito dallo zoo di berlino
così il primo a cui chiedere affetto fu un cugino un po’ cinico
ma con un tetto e un numero civico
prendeva in giro quelle mie storie sulle viverne
disponendo le vivande con la faccia da vincente
faceva l’attore della televisione, mi guardava dall’alto
come la torre della televisione
a dicembre la stagione portava neve nei setti
e i suoi sensi a esser stretti da serpi e segni desertici
seppi di lui alla pista di rally [?] vecchi murales
di rettili eretti lì nei rettilinei, eccomi ora
il treno scompare a nord insieme agli animali reali
nella testa un pass gratis per safari immaginari
e il richiamo del wormhole, andare oppure no
drug-on
[parte 2]

[intro: reiven]
di ‘sta terra non ho nulla da tenere
devo solo sopravvivere
in questa guerra non ho nulla da ottenere
devo solo sopravvivere

[strofa 2: reiven]
vengo dalla terra di nessuno
un mare di problemi, siamo in guerra con nettuno
ho ventuno anni eppure vivo
solo nel passato e vorrei mozzare la lingua a chi mi parla di futuro
che mi pare relativo
dico tieni duro, l’ansia fa da sedativo
dosi di cianuro, fumo salvia divinorum
a cavallo dell’aurora per rincorrere il mattino
il cielo si colora di polvere di rubino
questa è luce per i visionari
le ultime speranze in pasto ai leviatani
il buio dei fondali silenzioso inghiotte travi e navi
vivono da schiavi volontari
per sfuggire a quel destino ho fatto piani e piani
fumo querce secolari
paranoie regolari, vedo rami e mani
togli tutte quelle ragnatele dal corpo
stai marcendo dentro un buco e neanche te ne sei accorto
dammi ispirazione, dammi il teletrasporto
per staccarmi dagli schemi come vele dal porto
ma è un sogno, scenari vaghi, fi-fili d’erba, ma-mari opachi
le ninfe dei boschi stanno al bordo dei laghi
si riflettono nell’ombra di uno stormo di draghi
e avverto i brividi, sotto pelle, sotto i lividi
particelle, siamo ibridi, navicelle, dirigibili
quali stelle, quali limiti? quali stelle, quali limiti?
[interludio]
“ponte di einstein rosen
che è detto anche wormhole
è ormai molto famoso”

[strofa 3: reiven]
il mondo cambia forma in tre secondi
inverte le distanze, i poli e le correnti
forma nuove razze, nuovi continenti
l’uomo sta allargando i suoi orizzonti e i venti
sfiorano le vette dei monti
al pari delle vecchie fonti e dei torrenti
guarda rifiorire i bassifondi
guarda prosciugarsi i conti dei potenti
da adesso in avanti quello che non so spiegarti lo scriverò
col mio stesso sangue come se parlo a lucifero
non farmi domande perché neanche le considero
qui mi sento libero, io che mi sentivo morto dentro
corro a piedi nudi contro vento e non assidero
so che nulla muore, nulla si è spento
il mio sangue riempie il cuore di una macchina ad ossigeno

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