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letra de zefiro - murubutu

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[strofa 1: murubutu]
e lui seguiva la linea della montagna
mentre il sole già scioglieva la neve sopra il castagno
quarant’anni p-ssati in miniera per quella paga
e quarant’anni p-ssati lontano dal suo altopiano
non sapeva neanche più se gli mancava l’italia
trasformata dai ricordi in un sapore lontano
forse sì, sì, gli mancavano le alpi ora che le rivedeva con gli occhi di chi è tornato
gli mancava il favonio vibrante nei p-ssi fra il verde dei pascoli e il ventre dei ghiacci
e arrivava agli scorci remoti dei borghi portando dai monti le foglie dei f-ggi
e i paesani lasciati sulla via più antica
quei figli di un mondo sia forte che debole
dispersi nel mondo in cerca di nuova vita
come i lumi di lucciole nei campi di segale
lui venuto da fuori con il soffio di neve
nella terra custode del corpo del padre
dopo gli anni p-ssati là nelle miniere belghe
non capiva perché allora fu costretto ad and-rs-ne
guardando ogni aratro voltare la terra come sfogli un gran libro tenendone il segno
ricordava un motivo tramandato in eterno
una canzone sul vento che faceva più o meno (più o meno)

[ritornello: amelivia]
tornerai un tempo sembra identico
ricorderai quando il vento era un’idea
troverai nel senso dello zefiro
ti troverai dove il cielo è una marea

[strofa 2: murubutu]
chiudeva gli occhi, poi tutto tornava a prima
e lì lo zefiro indicava il suo corso sul p-sso alpino
come quando da bambino la pioggia scendeva fina
e trasformava il suo bosco in un fondale marino
e tornato dal lato fra pareti di roccia
tra i tappeti di muschio, tra i p-ssi e i sentieri
dove gli alberi in lotta contro i venti del nord
avevan segni sul fusto come vecchi guerrieri
con dei petti tal fieri, forti impett-ti fieri e chinando le frasche nell’aria vibrante
e tendendo ogni muscolo, drizzavano il fusto indicando i sentieri diretti alle malghe
e sdraiato sul campo gli bastava un respiro
un solo respiro per capire lo sbaglio
e sopra un cielo -ssoluto che visto da solo
gli pareva ora il suolo di un mondo al contrario
con il vento sul collo, con il vento sul corpo
in quel cosmo suo perso negli anni là all’estero
si chiedeva se in fondo nonostante il lavoro
fosse valsa la pena di perdersi tutto questo
la brezza riempiva le orecchie ed il petto
portava a lui il suono del vecchio dialetto
che forse è la fonte diretta di un mondo
ormai perso che aleggia nel grembo del vento

[ritornello: amelivia]
tornerai un tempo sembra identico ricorderai
quando il vento era un’idea

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