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letra de la collina dei pioppi - murubutu

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[ritornello]
tu quanti anni mi dai? quanti giorni mi dai? non so quanto vivrò, tu quanto tempo vivrai?
-glielo disse alla sera anche parlando fra sé-
che tu mi veda o non veda sarò sempre con te

[strofa 1]
si con0bbero al primo imbrunire sul finire d’agosto
là sul sentiero sottile che dalle colline svaniva nel bosco
laura aveva 20 anni e il sorriso gentile della gente del posto
lui lavorava nei campi sui palmi l’odor del trifoglio
fu lì che si videro in viso tra un pioppo ed un olmo
dino aveva un profilo fino e un corpo scolpito nel bronzo
quando la vide all’improvviso le disse per aprirle il suo mondo
“da bimbo pensavo ci fosse un sole nuovo ogni giorno..”
lei nascose il volto per sorridere di nascosto
ma ciò che le disse il suo polso era che quello era più di un incontro
e se già la seconda guerra del mondo infuriava tutt’intorno
i loro occhi fermi e il mondo che girava tutt’in tondo
laura e dino: tra i tanti belli e poveri : unici
lui figlio di un ciabattino, lei che era terza di undici
adesso avevano tutto e non avevano niente
sapevano non sarebbe stato semplice, sarebbe stato per sempre

[ritornello]
tu quanti anni mi dai? quanti giorni mi dai? non so quanto vivrò, tu quanto tempo vivrai?
-glielo disse alla sera anche parlando fra sé-
che tu mi veda o non veda sarò sempre con te
tu quanti anni mi dai, quanti giorni mi dai, quanto, quanti, quanti…heiii…
sai, da adesso alla fine, sali sulle colline, io sarò li con te, con te, con te

[strofa 2]
laura aveva gli occhi di fata e dino non era fatto per fare il suddito
tant’è che entrò nella resistenza subito
quando vennero i fasci a cercarlo una sera
era già coi nostri nei boschi in attesa della primavera
… e così fu destino: dino si fece vivo sempre meno
se veniva a trovarla da clandestino la portava in un covo segreto
e il giorno volava nascosti tra albero e albero
mentre il campanile in paese suonava le ore dell’angelus
poi venne novembre e dino pareva sparito per sempre
e in dicembre una neve insistente cadde all’arrivo delle truppe tedesche
laura attese paziente e vide sghiacciarsi il torrente
e ad aprile vide il bosco vagire e gonfiare le gemme
si rincorsero voci e ognuna diceva qualcosa
“dino è stato colpito, ha cambiato vita, ha un donna nuova e la sposa
dino è scappato a londra e ora trama nell’ombra
dino ha tradito è p-ssato con i fasci, ora lavora giù a roma”
ma laura anche se non sapeva, sapeva una cosa:
il suo dino era vivo e l’amava tanto ora come allora
il pensiero di lui si muoveva nell’aria costante
dalle cime alla valle, fino ai nidi di rondine sotto i tetti delle stalle
e le diceva fra i venti: non turbarti perché, perché, perché…
anche se tu non mi vedi io sarò sempre con te, con te, con te
prova a sorridere
laura non chiese ma tenne fede, speranza e ragione
la chiamarono pazza, malnata, malata d’amore
ma lei col dolore non aveva voluto nessun’altro
lui stava tornando, lo aveva scritto dentro, sul marmo
era un giorno più caldo e il vento inseguiva le scie delle lepri
il sole di maggio era alto e aveva già p-ssato lo zenith
una sagoma lontana venne fra i germogli tra i boschi:
un uomo smagrito, pat-to con una barba di mille giorni
era tornato dino, “il tempo è un pianto che non si recupera”
sul braccio scarno un numero alto degli internati di buckenwald
ma negli occhi lo stesso chiarore, la stesso sorriso
le disse : non so se per te è lo stesso io sono sempre lo stesso
lì ricominciò il cammino e vissero intensamente
videro rinascere l’italia insieme nel c.l.n
e insieme vissero anni finché lui una sera si spense
ma poco prima le prese le mani e le disse sorridente:

[ritornello]
tu quanti anni mi dai? quanti giorni mi dai? non so quanto vivrò, tu quanto tempo vivrai?
-glielo disse alla sera anche parlando fra sé-
che tu mi veda o non veda sarò sempre con te
tu quanti anni mi dai, quanti giorni mi dai, quanto, quanti, quanti…heiii…
sai, da adesso alla fine, sali sulle colline, io sarò li con te, con te, con te

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