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letra de il castello di san giorgio - murubutu

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[intro]
(se se)
murubaa
(se se se)
un altro

[strofa 1]
(eh) e dalia è un po’ che sta allerta
lo sguardo luminoso e un po’ stanco di ogni puerpera
(eh) la notte sfida i guardinghi
dalia mette a letto i bimbi e poi prova a stare sveglia
e il suo uomo non c’è più, l’hanno preso due guardie
l’hanno atteso i gendarmi per portarlo in un carcere
e lì giuseppe conta le ore del giorno
segregato in una cella del castello di san giorgio (se, se)
non tutti sanno che fu accusato del reato di attentato al re-re
dorme curvo su un’-sse, un cencio sporco ed un cero
la finestra a grate b-sse taglia in otto il suo cielo
beppe dorme con due spettri: la morte e l’odore
e brucia forte di due febbri: l’amore e l’azione
ma il profumo della pelle di dalia è nel vento
dura vita di un ribelle nell’italia di fine ‘800

[bridge]
da qui non si fa ritorno: chi non scappa muore
fuori il cappio è bello e pr-nto per l’impiccagione
fuori i corpi morti appesi si guardano i piedi
e hanno i segni delle guardie e lo sguardo di ieri

[ritornello]
e chi lo ferma? (nessuno!)
e non lo ferma (nessuno!)
e una voce dalla strada poi il silenzio (nel buio!)
e il ribelle prende forza: salta, fugge e scappa
salva pelle, scorza e fugge mentre l’alba impatta
e guarda intorno (nessuno!)
e guarda in fondo (nessuno!)
e guarda in alto, guarda indietro e salta il muro (nel buio!)
e il ribelle prende forza: salta, fugge e pappa
salva pelle, scorza e fugge, salva pelle, scorza e fugge

[strofa 2]
beppe scrive a casa a delia due lettere anonime
sembra che non dican niente, sa che capirà il codice
“qua dentro muoio ogni giorno
qua mi sfilano la vita ad ogni colpo dal corpo
manda presto due lire (poi) un paio di [?] (poi)
due lime d’acciaio nascoste fra i libri (poi)
qua sotto fa freddo, manda un panno e un cappotto
e nei bottoni del cappotto metti dentro dell’oppio”
beppe scrive, vita dura, suda e lima a mano nuda
buca i muri con gran cura, studia e affina la sua fuga
sente il p-sso delle guardie e mette tutto a posto
copre i tagli delle sbarre: cera, stucco e inchiostro
poi stende sull’-sse e pensa a dalia e ai suoi piani
cella lunga sette p-ssi, beppe fissa le travi
pensa ai piani, ai compagni, agli spari tra i viali
al macello di piazza di bava-beccaris (ehi)
ancora un po’ di vino e beppe riempie il bicchiere
ch’è la gioia che accomuna detenuto e carceriere
s’addormentano le guardie qua con l’oppio sciolto
e lui dà un colpo in su alle sbarre e vede il vuoto sotto
ma è vertigine se guarda in b-sso sui lati
tira il limite, gli asciugamani annodati
scende in b-sso di fretta, cala e striscia sulla destra
e dopo un anno di cella sembra una fatica immensa

[bridge]
e beppe salta e atterra in b-sso, fugge lungo il fossato
guarda il muro, basta un balzo, è già dall’altro lato
in quell’attimo dalia sorrise alla luce
aveva gli occhi nitidi e chissà che s’illude

[ritornello]
e chi lo ferma? (nessuno!)
e non lo ferma (nessuno!)
e una voce dalla strada poi il silenzio (nel buio!)
e il ribelle prende forza: salta, fugge e scappa
salva pelle, scorza e fugge mentre l’alba impatta
e guarda intorno (nessuno!)
e guarda in fondo (nessuno!)
e guarda in alto, guarda indietro e salta il muro (nel buio!)
e il ribelle prende forza: salta, fugge e pappa
salva pelle, scorza e fugge, salva pelle, scorza e fugge

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