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letra de pugni chiusi - mattak

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[intro]
se se se se! the old man baby! slowone nella situazione! nubi di fumo frate! ah se! rebel x giù con me! corrotto, mattak dalla svizzera! dedicato a tutte le merde là fuori, fanculo, fanculo, yeah, yeah! fanculo!

[strofa 1: slowone]
e’ da quando c’ho 15 anni fra combatto per quel cazzo che ho
lo senti il cazzo di show, lo senti il cazzo di flow
tu ripensa a chi ti ha lasciato per puntarti il dito
vado in bestia se penso a tutto quello che ho subito (ah!)
io faccio rap a mio piacimento per starci dentro
non per compiacimento, posso sbagliarci ma ci tento
sbattimento per questi marci sul tempo
ma se ci senti tu marci a tempo
non vi resta che copiarci il sample (merde)
sono la spina nel fianco che infilza la tua milza
mentre lo stato si auto colonizza
vittima, se la pigrizia vizia, l’ingiustizia anestetizza
ogni mia frase scritta con perizia vi sevizia
per chi mi ha detto non puoi farlo ora lo faccio
e ogni infame ora lo scaccio
fai più spazio al più pazzo, tu pupazzo suca ‘sto cazzo
ammazzo a razzo ‘sto stazio e ti riaggiusto giusto per scazzo

[strofa 2: old man]
ci sono notti che opti per ottiche diverse
pensieri distorti mi faccio ottime promesse
le stesse che scordi anche se ho accordi con me stesso
penso ricordi di sogni che ho perso, bisogni che ho adesso
non hanno senso quando rincorri il successo (perplesso)
prendo penna e fogli e scrivo questo
paure di cui ti spogli del resto
resto con i soliti senza soldi con fedine d’arresto
che dire di questo?
che siamo pedine in un gioco tutt’altro che onesto
basta poco per dire “riesco” e fallire lo stesso
la vita si incastra e io cresco, affino il mio sesto senso
quanto basta per avere il money in tasca come p-ssatempo
ci sono notti che la mia gente non sorride, nemmeno ti guarda
noti che devi starci alla larga, troppi per depistarci
ma che vuoi farci hai ragione, siamo veri marci
e tu devi darci una spiegazione

[strofa 3: corrotto]
quello che sono non è merito degli altri
non li merito i b-st-rdi e questo lo pensiamo in tanti
ma subentrano i contanti e non ci credo
non vedo più un futuro serio se penso a quello che c’ho davanti
se collego ma di testa e campi e crisi
questa merda c’ha divisi, ma la guerra è bella
e si finisce tutti ai campi elisi
di gente che sp-ccava e sul più bello
prese una doccia fredda, provando il lavaggio del cervello
non posso più chiamarlo mio fratello ed ora aspetto
un accenno di rispetto ma un infame resta tale
per questo non cambia aspetto
e per convincere a tornare uno spettro
mancava solo il suo dispetto
sono i concetti sbagliati da cedere
per certi sballati, cenere alla cenere
concetti imbalzati per le cariche di celere
le taniche di benza per ciò che dovrà succedere

[strofa 4: zeda – nubi di fumo]
di fatto sto fatto dopo ‘sto porro che ho fatto
ribalto il matto che batto, con colla attack m’attacco
a ‘sto beat che tanto cavalco, qui non si rolla tabacco
ma sto con mattak, in giacca e cravatta ed un blunt di purple
alcool, rime, sangue su di un palco
siamo distanti poche spanne dal traguardo, dalle troppe canne
sto in letargo penso sempre in grande ma puntando in alto
sesto senso sto sputando barre mentre io ricalco
rime su rime su un foglio bianco
uomo stile sublime che porto al fianco
suono fino alla fine di questo viaggio
dove siamo di p-ssaggio e diamo per scontato il nostro omaggio
stanco di sputare dove mangio, di sputare col mio branco
stanco di svuotare il tango, che ho riempito con un pianto
e col rimpianto che ho sent-to poi col pianto
e mi ha colpito all’improvviso come un cancro
ma ho deciso di affrontarlo col sorriso e il viso stanco

[strofa 5: zayman – nubi di fumo]
cl!ck, bang, ancora in piedi
lo so che non ci credi, a volte manco io ma non mi pieghi
marco male dove dio fra questi marciapiedi
sarà a puttane mentre noi paghiamo i suoi eredi, non ci vedi
oh, fai per finta! guai? no! danno la spinta
verso obiettivi irraggiungibili, tra errori incorreggibili
si muore soli e non dire siamo liberi
sembra solo che la droga in questa merda stimoli
tu ti accontenti di chi odia, sbaglia e non condona
la vita non è buona se la guardi dalla poltrona
immobile come un soprammobile
senza codice, esperimenti finti e sentimenti estinti
nelle logiche, chi perdona ama, chi ama non perdona
mentre il meglio si allontana il peggio mi divora
penso a te, ormai un ricordo nella testa
ma nessuno muore in terra se vive nel corpo di chi resta

[strofa 6: mattak]
sembro felice ma il mio guardo -ssente desidera gloria
c’è di più nella donna che la gente considera troia
salverei la mente di questa liberatoria
anche se penso al mio presente spero sempre ‘sta vipera muoia
due personalità e ce n’è una che stritola il boia
che mi vuole verso l’aldilà sennò stringo la gioia
l’altra voce stridula ingoia
cerca pace sin dove l’indole si finge alle mie piccole cuoia
ora in ogni gesto mi sento più responsabile
a parte qualche contesto dove dentro resto instabile
la mente fonda tra le fondamenta
anche se fondamentalmente ogni difficoltà che incontra
poi la fonda lenta
alle domande poste io cerco risposte
a costo di uccidere il mostro guardandomi dentro
come in hostel
tra insulti dispregiativi, ricucirò il mio corpo
e i punti di sutura saranno i punti interrogativi

[strofa 7: rebel x]
sono fuori controllo anche se riprovo il decollo
qui non c’è nulla di buono e non trovo niente di nuovo in ‘sto covo
l’odio mi strozza, taglia la gola e si sbroglia sto nodo
comunque la metti e la giri è lo stesso modo
amici immaginari, todos
corse continue per l’oro
cazzi vari e scleri pari a bombe di tritolo (oh!)
io non mi muovo a parte la rabbia che provo
mi confronto coi fantasmi che mi hanno lasciato solo qua
con qualche iena del buon rap sono boom bap
e resta attenta allo schianto senza l’airbag
speranze e finanze fatte con strane sostanze
e tizi con facce fredde e pungenti come un iceberg, dai man
muovi il culo e pure in fretta oltre la coltre di nebbia
nella giungla la notte è fredda, la morte se viene lenta
la sorte ha torto in partenza, non porto rancori e pensa
ora pensa, tu non puoi starne senza

[outro]
si moltiplicano le cose, o forse sono io a non percepire la mutata reale… mi vedo mutato… sono cambiato! riconosco ogni momento perso, il controllo sfumato… le azioni si ripetono ed ingannano me stesso: è un inganno senza fine. il disordine circoscrive le mie mosse dettate più dall’ira che dalla rivalsa

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