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letra de una vita - livido

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[ritornello]
sta vita è il dono migliore e peggiore fra tutte le cose che ho
respiro ancora un po’
quest’aria che sembra diversa e
separa il sogno da ciò che
non sarà tempo perso
oggi il cielo è più terso
e com’è calmo il mare dentro
odio e amo questa esistenza
come odio e amo la mia essenza
che sentirsi un po’ diversi porta a non appartenersi
però sono quei difetti che ci rendono perfetti

[strofa 1]
la musa che stringe lo scettro
me lo aspettavo già da un pezzo
la sfinge che esige il suo prezzo
l’enigma che cela un riflesso
lo spettro che gela uno specchio
e c’era il riflesso di un anno intero
p-ssato all’ombra di un arido cielo
campi che sfioravano quel fiume nero
ed era vero o no
la tua vista è limitata ma la tua visione no
una lista consegnata allo sportello dell’inferno
perchè forse a stare bene sarei impazzito in eterno
abbiamo imparato ad avere le ali
ma disimparato ad essere leali
animali anormali con istinti solidali
ma pensiamio che sia pazzo chi ci spera nel domani
crediamo a chi legge sulle mani, non ai quotidiani
siamo schiavi succubi di schemi societari
vari casi di afflizione inflitti già dai nostri cari
siamo solamente un bossolo e ci sentiamo gli spari
se tu mi hai insegnato a comporre universi
tu hai prestato purezza ai miei versi
quasi potessi comporre i pezzi
di un’anima ormai ridotta in brandelli

[ritornello]
sta vita è il dono migliore e peggiore fra tutte le cose che ho
respiro ancora un po’
quest’aria che sembra diversa e
separa il sogno da ciò che
non sarà tempo perso
oggi il cielo è più terso
e com’è calmo il mare dentro
odio e amo questa esistenza
come odio e amo la mia essenza
che sentirsi un po’ diversi porta a non appartenersi
però sono quei difetti che ci rendono perfetti

[strofa 2]
guardo lei che piange e penso che mostro
ho provato a piangere ed è uscito solo inchiostro
rapporti ormai chiusi, collusi
rinchiusi, confusi ricordi di giorni più corti
di portici bianchi di neve, riposavo lì
fumavo lì, morivo lì
capivo l’impavido sadico sguardo di un avido panico
non è la vita che volevo
ma ho fatto quello che potevo
nato nel segno del veleno
perchè come me non c’è il sereno
stare ad occhi aperti è una condanna ma
e’ anche l’unica arma che ci salverà
ho bruciato la sua pelle per amare il mio inferno
ho scoperchiato la mia mente per pulirla dall’interno

[ritornello]
sta vita è il dono migliore e peggiore fra tutte le cose che ho
respiro ancora un po’
quest’aria che sembra diversa e
separa il sogno da ciò che
non sarà tempo perso
oggi il cielo è più terso
e com’è calmo il mare dentro
odio e amo questa esistenza
come odio e amo la mia essenza
che sentirsi un po’ diversi porta a non appartenersi
però sono quei difetti che ci rendono perfetti

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