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letra de tono solenne - laze biose

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[verse 1: napo]
mentre rovisto nel naso, non faccio manco caso a chi si atteggia a teso, ma non ha un peso sulla coscienza, non ha peso sulla bilancia, il fumatore di ganja contro il disadattato bevitore di succo d’arancia aka me, comincia pure a intrattenere, io me ne vado a casa a dormire, se non trovi niente di interessante da dire, ti devo spiegare che il verbo divertire non si può applicare in modo universale, la tua visione non è d’insieme, lo vuoi capire che la gente non è tutta uguale? ci puoi giurare che mi sbatto il cazzo se son diverso e tu normale, se la tua opinione per caso va per la maggiore, se tu hai ragione ed io torto, se tu fanculo io dio porco. distorto il mio modo di vedere, va bene, vuoi fare l’agnus dei, ma non sai neanche da dove cominciare, dovresti ripulire la tua coscienza per iniziare, proprio nella zona della testa dove detieni la concezione di ciò che è normale, anormale, simile, completamente differente o addirittura indefinibile, con le parole che imparasti nella tua vita presente, non chiedermi niente, sono io che faccio le domande, i miei peti sono asciutti, nessuna sgommata sulle mutande, contante? perennemente a zero, davvero, mi sa che non hai ben presente il giusto valore del denaro perché il tuo piumino costa un occhio della testa, io con quei soldi ci sdereno una yard e ci faccio pure la cresta, muoviti provaci ancora sem, pesca un’altra carta sakura, smettila di agitarti perché non hai nessun motivo, per me questa è espressione, per te invece un diversivo

[verse 2: and]
questo è il momento decisivo, questo è un corso intensivo, per chiarirti come penso come vivo, perché sclero quando niente gira, se lo voglio all’alito al mentolo preferisco il fiato all’aglio, se non impiego impeto non progetto schemi dal palese contenuto pratico, un messaggio chiaro, forte ed emblematico, da tortona ed oltre po, meglio il vino del fattore che il chianti [?] della coop. tu perso senza la tua auto, tu nessuno senza la tua villa, può scattare la scintilla, monta dentro te più rabbia che nel signor godzilla, se ‘ste cose non ti aggradano, ascolti’ sti discorsi ma non ti seducono, enucleano, confermano, quanto già pensavo su di te, il tuo punto di vista mi sollazza come sul bidè, cioè senza peli sulla lingua, mi tangono gli insulti come una zanzara sopra un pachiderma, eterna ed incolmabile distanza fra noi due, trascinato dalla m-ssa come l’aratro dal pio bue, vediti svanire come fumo se io per te sono nessuno, tu lo sei per tutti se ti tolgo il vest-tino è come gettare le patate per tener le b-tti. del contenuto te ne fotti, bado solo alla sostanza, continuo la tua danza sopra il nulla, questa è la tua usanza, a debita distanza, mischio rime nell’ampolla cerebrale, non t’allarmare, caccerò a vita strofe amare contro te, perché…

[verse 3: napo]
non sono b-boy, non sono sucker, io sono ultimo, laze biose, mi puoi identificare solo dicendo il mio nome, solo vedendo dolore nove, per me il mondo è dualistico, non esiste solo il piacere di fare la vostra conoscenza, la vostra opinione mi interessa solo per dare sepoltura degna e giusta alla vostra lingua svelta, ma la vostra mente è sepolta dagli applausi di gente che non vi ascolta e si accontenta quando fate la voce grossa, la colpa è nostra, non certo vostra, non siamo sfigati abbastanza, non teniamo ancora la dovuta distanza, ci fa ancora piacere venire alla vostra cazzo di festa, la voglia di ridere ti scappa quando mi guardi in faccia, quando ti sputo in faccia, quando la mia faccia piglia il colore di feccia e vinaccia, la vena si gonfia, il faro in faccia si tramuta in guerra, [?] e ti -ssicuro che la tecnica non c’entra, quando l’indign-z-one è molta, quando la condizione risulta più b-ssa dello standard, ti faccio vibrare i timpani come una panda in quarta, sbraita pure quanto cazzo vuoi, dammi del sucker, so che voi siete nel giusto, noi diciamo solo cazzate, adesso come la mettete? non ci cl-ssificate, non riuscite a creare rissa con i laze biose, epicuro impartisce consigli, non ordini, dove cazzo ti vai, trovami, non mi individui, non mi riesci a vedere, perché definire, limitare, non esiste legge universale, quindi non è vero che non esiste legge universale, va bene? il paradosso mi rispecchia e tutto il resto va a puttane, la scena si divide in altre 1600 scene, c’è ancora chi crede che la n-z-one comune sia la soluzione, ma per favore fammi il piacere!

[verse 4: and]
oppure fammi il piacere di farmi un favore, non sento le tue cazzate, sto nel fondo del cratere, laze biose, sto nascosto nel mio buco, laze biose, mi faccio i cazzi miei se non ti piaccio non lecco il culo, non ti seduco, conduco le mie rime come il cane del pastore, non è dedizione, non è odio, non è amore, lavoro con la lingua quanto un retore, spinto dalla remore, dalla sete di vendetta, prima stavi nell’olimpo ma adesso è un altro che ti scruta dalla vetta, il cagasotto andrea, ti esibisco stili grezzi, marci come i pullman della arfea, crea, crea, crea e metapartorisce, strizzo il mio cervello e dal mio naso qualche rima esce, sto impiegato contro il mondo, come dentro niente, team sucker, [?] attivi e dinamici, fate tutto voi maniaci infervorati dallo stato fetale come i tipi in arma letale, ma qua l’arma letale è arma letame, usi come siete nello sparare merda con le vostre rime luccicanti come lame. non libero da dubbi su quanto sto facendo, so solo che arrancando canto perché ti voglio al bando, forse non disadattato, ma da te schernito, segni uno zarro con la vodka, il nostro c-cktail preferito, protetto dal bronzo monumento quando piglio il mic e canto, spiacente ma proprio non ti sento, le tue cazzate sono già sp-rs- nel vento. ohibò

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