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letra de pelle - kabo

[verso 1]
la signora sulla sedia fa la guardia
e come se venissi da lontano mi guarda
le luci di milano niguarda
illuminano casa mia, illuminano casa mia
dove l’estate ti fa amare l’inverno
e l’odore dei c-n-li copre tutte le vie
i campi bruciati sono il nostro inferno
personale tra chiesa e antiche sacrestie
e gli ultimi partigiani ci narrano il dopoguerra
in attesa del cielo su un letto di nostalgie
e nonna pensa ai cortili di terra
ai conigli di papà quando qua erano solo orti e fattorie

[verso 2]
l’aria pesante del circolo in centro
dove si è fermato il tempo e ancora si fuma dentro
la noia è una pausa del vento
che vuole dirci “andate via”, che vuole dirci “andate via”
e qualche vecchio al banco beve del bianco
le strade ribollono di catrame e di gas
le nostre spiagge sono chiuse in un parco
comunale, una piscina artificiale regala il mare in città
minuscoli aeroplanini mi pizzicano la pelle
portando qualche metro più in là il mio dna
e io colleziono un altro pezzo triste
che magari, chi lo sa, farà sorridere chi ascolterà

[ritornello]
caldo di città, giochiamo con la pelle che si appiccica al gilet
io ne approfitto per attaccarmi a te, attaccarmi a te
ma questa notte qua è una notte da bibita e fernet
un’umidità di un’anima chiusa in un bar, di un’anima chiusa in un bar
e nella mia città, giochiamo con le stelle che si uniscono solo se
piove abbastanza per togliere polvere da un cielo cenere
ma questa qua è una notte da lividi e flambè
un’umidità di un’anima chiusa in un bar, di un’anima chiusa in un bar

- kabo

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