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letra de bassa risoluzione - irbis

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[testo di “bassa risoluzione”]

[intro]
when i’m bustin’ up a party i feel no guilt
when i’m bustin’ up a party i feel no guilt
when i’m bustin’ up a party i feel no guilt
when i’m bustin’ up a party i feel no guilt
when i’m bustin’ up a party i feel no guilt
feel no guilt, feel no guilt

[strofa 1]
è la tipica serata in cui non c’è un cazzo da fare
sto a guardare alla tele gli spot e il mercato immobiliare
m’affaccio alla finestra, fuori c’è chi si diverte
soffocandosi in un drink che ovatta la loro mente
nel mentre io mi sto lentamente spegnendo
mi appiccico al materasso (mmh, mmh, yeah) come la corteccia al legno
gradualmente divento sempre più lento e lo evidenzio
onde evitare di rischiare di restare senza tempo
penso (penso) contemporaneamente al momento in cui sto parlando
forse c’è qualcuno là fuori che sta sentendo
e forse qualcun altro che vorrebbe parlare
ma che per farsi ascoltare dovrebbe ragionare
pensa a stento, come me del resto
che m’accorgo sempre tardi di quello che è divento (divento)
così finisce che talvolta nemmeno mi riconosco (uh, yeah)
forse ci son rimasto, del resto non mi sposto (uh)
e se penso di svoltare tutto fumo e niente arrosto
e alimento l’infezione delle ferite che scrosto
vivo in un mondo rosso come il mio disinfettante
che bevo tutto d’un sorso
e spero che abbia risposto dall’interno a tutte le mie domande (ayo)
talvolta la mia vita è una foto a bassa risoluzione (uh)
mischia il cupo al colore senza fare distinzione
certi volti sfumano e devo scrivere il nome
per non perdere anche loro nel nulla della finzione
[?] e passare direttamente all’azione
senza premeditare o porsi una condizione
opporsi a chi giudica b-n-le tutto ciò che è naturale (yeah, ah, ah, ah)
anche l’immagin-z-one
[pre-ritornello]
when i’m bustin’ up a party i feel no guilt (ah, ah)
when i’m bustin’ up a party i feel no guilt (ah, ah)
when i’m bustin’ up a party i feel no guilt

[ritornello]
siate sincere, care zanzare (care zanzare, care zanzare)
che mi succhiate il sangue perché mi volete male (mi vuoi male, mi vuole male)
devo restare un poco più calmo, un poco più calmo (per me la rabbia è santa)
ah, ah, ah, ah

[strofa 2]
mi sveglio a mezzogiorno, è una mattina calda (ah)
raggi di sole che abbracciano la mia stanza
il moffo nella [?] che si sfalda
non ho ancora intenzione di muovermi di un passo
anche se è verde ossigenato il parco e fuori c’è già chiasso (eh, ah, ah)
resto nel mio letto e mi rilasso
rileggo il testo che ieri sera ho scritto quand’era buio pesto
e io stavo fuori posto, lo provo due, tre volte
per come stavo messo è assurdo (ah, ah, ah)
che abbia descritto al meglio me stesso (cresco)
ogni volta che socchiudo gli occhi
anche se di fisso poi fesso ci resto lo stesso
l’ingresso è l’opposto e se mi sono perso
è perché è sbagliato il percorso (yeah, ah)
in forse tutto quanto d’altro canto
e anche se resto a galla comunque non me ne vanto
stanco anche dopo una dormita di dodici ore
una continua illusione, la weeda nel braciere
che poi per quanto vale il giudizio di ‘ste iene
io razzolo male, ma non predico bene
mischio tabacco impolverito alla mia crema
e mi sdrumo ‘sto loto alla faccia della scena italiana
ciò che passa al convento non è il massimo
ma mi rilassa, riavvolgo la matassa (ah, yeah, ah) e mi immergo nella lana
mi piace ‘sto maglione, ma m’ingrassa
mi stona questa porra, però raschia
e ripassa domani che di alzarmi non ho sbatta mo’
risoluzione bassa, ho ammazzato un altro sogno (ah, ah)
avanti il prossimo

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