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letra de ditirambo terzo - gian francesco malipiero

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o grande estate, delizia grande tra l’alpe e il mare
tra così candidi marmi ed acque così soavi
nuda le aeree membra che riga il tuo sangue d’oro
odorate di aliga di rèsina e di alloro
laudata sii
o voluttà grande nel cielo nella terra e nel mare
e nei fianchi del fauno, o estate, e nel mio cantare
laudata sii
tu che colmasti dè tuoi più ricchi doni il nostro giorno
e prolunghi su gli oleandri la luce del tramonto
a miracol mostrare!
ardevi col tuo piede le silenti erbe marinе
struggevi col tuo respiro le pioggе pellegrine
tra così candidi marmi ed acque così soavi
alzata; e grande eri, e pur delle più tenui vite
gioiva la tua gioia, e tutto vedeva la tua pupilla
grande: le frondi delle selve e i fusti delle navi
e la ragia colare, maturarsi nelle pine
le chiuse mandorlette e la scaglia che le sigilla
pender nel fulvo, e l’orme degli uccelli nell’argilla
dei fiumi, l’ombre dei voli su le sabbie saline
vedea, le sabbie rigarsi come i palati cavi
al vento e all’onda farsi dolci come l’inguine e il p-b-
amorosamente
imitar l’opre dell’api
disporsi a mò dei favi
in alveoli senza miele
e l’osso della seppia tra le brune carrube
biancheggiar sul lido, tra le meduse morte
brillar la lisca nitida, la valva
tra il sughero ed il vimine variar la sua iri
pallida di desiri la nube
languir di rupe in rupe
lungh’essi gli aspri capi
qual molle donna che si giaccia cò suoi schiavi
scorrere la gòmena nella rossa
cúbia, sorgere la negossa
viva di palpitanti pinne, curvarsi al peso vivo
la pertica, la possa
dei muscoli, gonfiarsi nelle braccia vellute
una man rude
tendere la scotta
al garrir della vela forte
piegarsi il bordo, come la gota del nuotatore
la scía mutar colore
tutto il tirreno in fiore
tremolar come alti paschi al fiato di ponente
o estate, estate ardente
quanto t’amammo noi per t’assomigliare
per gioir teco nel cielo nella terra e nel mare
per teco ardere di gioia su la faccia del mondo
selvaggia estate
dal respiro profondo
figlia di pan diletta, amor del titan sole
armoniosa
melodiosa
che accordi il curvo golfo sonoro
come la citareda
accorda la sua cetra
dolore di demetra
che di te si duole
nè solstizii sereni
per proserpina sua perduta primavera!
o fulva fiera
o infiammata leonessa dell’etra
grande estate selvaggia
libidinosa
vertiginosa
tu che affochi le reni
che incrudisci la sete
che infurii gli estri
musa, gorgóne
tu che sciogli le zone
che succingi le vesti
che sfreni le danze
grazia, baccante
tu ch’esprimi gli aromi
tu che afforzi i veleni
tu che aguzzi le spine
esperide, erine
deità diversa
innumerevole gioco dei vènti
dei flutti e delle sabbie
bella nelle tue rabbie
silenziose, acre ne’ tuoi torpori
o tutta bella ed acre in mille nomi
fatta per me dei sogni che dalla febbre del mondo
trae pan quando su le canne sacre
delira (delira il sogno umano)
divina nella schiuma del mare e dei cavalli
nel sudor dei piaceri
nel pianto aulente delle selve assetate
o estate, estate
io ti dirò divina in mille nomi
in mille laudi
ti loderò se m’esaudi
se soffri che un mortal ti domi
che in carne io ti veda
ch’io mortal ti goda sul letto dell’immensa piaggia
tra l’alpe e il mare
nuda le fervide membra che riga il suo sangue d’oro
odorate di aliga di rèsina e di alloro!

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