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letra de cantavamo l'inno delle barricate - cono d'ombra

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c’è stato un tempo in cui morire per un ideale
con la paura stesa accanto, la notte, a tenerci svegli
cantavamo l’inno delle barricate
mentre i mostri all’orizzonte venivano a prenderci
la vita di un uomo valeva poco
molto meno della libertà di un popolo o del segno da lasciare
al mondo:
lottavamo per il nostro, per chi c’era
per chi non c’era e per chi c’era contro
il futuro messo in gioco nel giogo dell’oppressore
grida di ribellione e il sogno di un mondo nuovo
colpi d’arma da fuoco, cadaveri senza nome
pallottole nel petto come medaglia al valore
ma poi un’altra paura ha vinto l’ultima guerra
inchiodandoci i piedi a terra mentre tutto cade
attaccati a quell’illusione di vita che ci rimane
se solo potessi avere la stessa voglia di saltare

se solo potessi sentire ancora il cuore sotto questa latta, battere forte spingere il sangue fino a fare male
tramutare in fatti parole scritte su carta
canteremmo l’inno delle barricate
oltre orari di ufficio, mura di condominio
prima che i rimpianti rimpiazzino i sogni
guard-ssi all’infinito, mi scoprissi vivo
gratt-ssi via la ruggine di questi giorni

noi cantavamo l’inno delle barricate
quando cantare serviva a scaldarsi per non battere i denti, prima che il freddo divent-sse insopportabile
in crisi per la fame e per gli stenti
ma se ti restan solo quelli, li difendi
palizzate improvvisate, appunt-te come fusi
facce atterrite dai soprusi con parole bisbigliate pure negli abusi
e non c’è unione nei mali comuni dei tipi comuni
che alcuni schiacciano i fratelli per i propri usi e consumi
idee e corpi contusi uccisi da questi anni piatti
senza traguardi in vista in un deserto di parole vuote
cerco il senso della trama in queste note
siamo alla conquista del karma
ma qui si lotta per lo standard
non per altri traguardi:
siamo lacrime nella pioggia come roy batty

se solo potessi sentire ancora il cuore sotto questa latta, battere forte spingere il sangue fino a fare male
tramutare in fatti parole scritte su carta
canteremmo l’inno delle barricate
oltre orari di ufficio, mura di condominio
prima che i rimpianti rimpiazzino i sogni
guard-ssi all’infinito, mi scoprissi vivo
gratt-ssi via la ruggine di questi giorni

il giorno che successe ricordo stavo a lavoro:
fogli, file, file, fasi produttive dentro celle excel
paraocchi, paraorecchie, paranoie, perline
parole perse nella pausa caffè
la vidi strisciare lungo la parete dietro le nostre spalle
e poi salire su
quando l’indifferenza prese il potere la lasciammo
fare, a noi non importava più

in questa notte di tenebre secolari
non ci basta la ragione a far da lume, figuriamoci i tuoi fari, aspettando la mattina che sciolga la brina sui viali
con le le grida di chi muore in officina nonostante gli auricolari
fissi in testa
serva a rammentare che siamo uniti -ssieme dal sartiame
questo disco, a memoria vocale
mi ricordi quello che non voglio diventare

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