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letra de anna e sara (come nei traslochi) - cono d'ombra

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quando la vita ti p-ssa davanti agli occhi, come nei traslochi, è tempo di mettere via i ricordi come nei traslochi

lo sguardo fisso alla parete, come svuotato, come se guard-ssi al di là del muro cose che nessuno vede. braccia strette in grembo, i pugni contratti e il mento sfiora leggermente il petto mentre silenziosamente piangi. il tuo corpo perfetto può tutto tranne quello che il cuore gli comanda, l’ha detto quel dottore giovane distrutto: “lei non potrà avere figli.” è questa la tua condanna. prima tra i tuoi fratelli, il tuo petto scalda, consola, non tutte son portate a far da mamma, non tutte sanno accudire l’ansia, quella stretta vigorosa e la tua voce melodiosa che sussurra sortilegi per scacciarla. baci sulle guance come manna anche per i cuori aridi. tu quieti gli animi con la tua calma, i tuoi gesti, i tuoi occhi, i tuoi fianchi e la tua pancia. ti sei fatta fretta e sei cresciuta al volo, ma i ricordi non li puoi creare dopo — artefatti come una lomo. metti filtri colorati al tuo p-ssato e speri che funzionino? io non credo proprio. io so che p-sserai i tuoi drammi, li hai già p-ssati, forte come pietra di montagna mentre metti a nanna i tuoi bambini, li hai adottati e che cambia? ti insegnano a guarire quanto tu a loro a vivere, e tanto basta

quando la vita ti p-ssa davanti agli occhi, come nei traslochi, è tempo di mettere via i ricordi come nei traslochi
sai che qualcosa andrà perso, come nei traslochi, ma quel che conta te lo tieni stretto come nei traslochi

negli occhi ha il sole di siviglia e il vento azul di tarifa. segue la vita che sfila dall’alto di una collina. fianchi larghi, seni gonfi, occhi grandi come i sogni, nella testa ha ancora i calli legati a certi ricordi. sul tavolo in cucina, tra conti e bollette, ha racconti, fototessere e appunti ancora da leggere. una scuola da finire per un futuro vero. ora che nastri d’argento iniziano a macchiare il nero. ha fatto tutto da sola, tutto bene, meglio che poteva, e nonostante tutto sua mamma non ci credeva: “se la vita è una sfida, lo vedi come l’hai presa? troppo alla leggera.” — nessuno sa se la sera piangeva. pensa a quei giorni, tra sconti e scontrini, casalinghe annoiate e le mastercard dei mariti, consigli per gli acquisti e rapidi cambi d’abiti, tra capi sisley e casi da psic-n-lisi. chissà se il presente è il futuro che immaginava: non ha preso casa e non si è ancora sposata, ma ha piedi di piombo, cuore d’oro e alma gitana, non serve giurarlo a dio che quello è l’uomo che ama. scaccia le ombre dalla fronte, come ciocche con le nocche. donna forte guarda oltre e sa che saranno pr-nte, se hanno il sole di siviglia e il vento di tarifa, in braccio dondola la vita stringendo la sua bambina

sai che c’è? un giorno, che mi piaccia o meno, mi metterò a contare i segni sulla faccia che la vita lascia come inchiostro nero sulla carta, ogni frego narra una storia dopo l’altra, di gloria o di disfatta

e se quel giorno riuscirò a guardarmi indietro, senza rimpianti e ipocrisie su chi ero, poi per davvero, non temerò confronti, e spogliato dei miei sogni, sarò solo io, io per davvero

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