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letra de odisessea - zona mc

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in una di quelle notti mattutine in cui cammino in mezzo a una strada nuda seguendo i lampioni che spuntan dalla nebbia, vedo una prost-tuta seduta alla fermata, la parola troia viene usata come infamata, andrebbe rimpiazzata con escort, letterina, velina che spompina la cl-sse corrotta e invecchiata, né cl-sse né lotta è commercializzata: è l’aborto dell’emanc-p-zione femminile che vomita bile sulle sue foto ricordo mentre una ragazzina fa nuove foto soft p-rno cosciente del potere del b-sso ventre ma non di quello della mente che la vanità ha posizionato su off. torno a guardarmi intorno e sono nella piazza digitale ove la ragione si fa sempliciotta, troppa fotta per la gnocca che si tocca, trucca, ritocca, photoshoppa con seni che scoppian dalla coppa, non si fotte troppo scottex, il water s’intoppa, trabocca e riempie il fossato della solitudine sulla quale ogni cittadino si arrocca, rocambolesco, esco da questo paese, mi lavo gli occhi in un ruscello ove galleggiano altri fazzoletti pregni di muco e lacrime spese per un amore senza lieto fine, lui è là perché si imbarazza, ma non sa che l’opposto del sublime non è il suo pianto ma lo sbocco che ho incontrato prima in piazza. al cuore non si comanda, ma ho una domanda: il cuore come organo invecchia spontaneamente ma il cuore come lato emotivo della mente è la nostra parte più santa? se sì, allora è la prova che la vera religione è ingenua, la ragione attenua, la p-ssione e la fede in una concezione che hanno una difesa strenua, basti pensare al monoteismo come monogamia divina, la divinità ebrea era gelosa “all’infuori di me non avrai altra v-g-n-“, la gelosia è paura di affrontare la solitudine non tanto in senso fisico come distanza spaziale ma in senso psicologico come coscienza di non potersi fidare. sfidare la morale è una sfida alla forza di gravità come per gli alpinisti, la mia mente mette in piedi vette in cui sono solo e divengono piccole e tristi, le definizioni dell’uomo viste in questa prospettiva che non ha un tetto ma solo nuvole e come loro ha una progressiva evoluzione di forma mai definitiva, la ragione ha dato inizio a molti vizi, attuando la repressione di ogni pulsione ma non si può causare un erezione con la sola forza della ragione, solo in questo senso al cazzo non si comanda. abbandono queste riflessioni che mi han distratto e fatto abbandonare anche la montagna e mi trovo in una landa antropogenica come a luneburgo, territori mutati dopo interventi umani che oggigiorno attirano turisti in quanto scenari esteticamente particolari, possono riforestarsi naturalmente, o esser distrutti dall’espansione della città adiacente coerentemente con la stratificazione indifferente dei problemi del nostro presente, ma il presente è un presente: “no, è per me? dai, non era necessario, grazie, ora lo apro, chissà cosa… ohh, ma è una permanenza nell’attimo, un’esistenza, quindi non sarò più solo un personaggio inventato da zona mc”
zona mc aka vincent vega, zona mc aka vincent vega, reiterazione di suoni e del proprio nome aka sindrome di tourette aka rap

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