letra de carathis - v01d
fermo al nucleo dell’inferno
in un inverno nucleare
nel sofisma dell’ acervo
creavo in modo vorace
frammenti nei frantumi
menti di fincher e kubrick
una trama senza buchi
ma come rubik senza cubi
inventare il proprio enigma
nascosto nella sintassi
nel subconscio un altro sisma
dove le effigi sono i massi
scrittura confusa icastica
in cui intravedi uno zaffiro
come fuggire dalla diaspora
ricercando il paradiso
scrivo oscuri messaggi
come i quadri di jabłoński
nemmeno se li contassi
vedresti quelli nascosti
solo i versi caotici
sconfinano perimetri
la battaglia delle termopili
nel labirinto di polimetri
idee immerse nell’osmosi
impongo dei nuovi dogmi
comprai un’oscura gnosi
dal bazar dei brutti sogni
espulsi quel che provavo
lo distrussi come vassago
ricordo quanto restavo
le lacrime che ho versato
siamo diversi automi
costretti a fare errori
non trovando gli altri modi
per pulsioni che non domi
il vampiro il primo morso
si costrinse a vedersi mostro
si tinse di rosso
e si convinse a bere un sorso
da quel giorno l’anatema
lottando per un’aureola
la mente ad ogni teorema
la forza di una meteora
sorbí spleen dall’elisir
che ne era asperso
ogni atto un souvenir
attinto dal suo universo
nella sabbia del deserto sparsi
erix jayakari
rincerchiamo la catarsi
moriamo nel buio carathis
dentro di me ho visto un eccidio
strato del cuore in stato di delirio
dovevo mandarlo in esilio
per raggiungere l’elisio
ma per scheggie di follie
ora rivedo il pandemonio
inverti la voce delle monodie
ed invocherà il demonio
sarò il progetto perché
traghetto pensieri alla caronte
la mano di hokusai,il pennello di monet
dipingo le 36 impressioni del mio monte
vivo nella nuova etruria
con menerva, tinia e uni
sogno di stare nella nubia
quando tratto con anubi
la cetra appesa mi fissa
richiama dei testi ordalici
serve fogli di carta liscia
alle fronde dei salici
con speranze -rs- e rase
sotto la perenne sera
ma nemmeno contro ares
devi pensare alla resa
quindi mi sazio con la luce
dentro le stelle notturne
decifrando antiche rune
all’interno delle urne
divenni astrattista
un borges per le finzioni
un folle collezionista
di vuoti e costellazioni
del verbo come diamante
di stendere tetrastiche
dentro una struttura
che é pensiero fisso e dilatante
ma il segreto è ancorato
nell’abisso come atlantide
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