letra de traccia #03 - uochi toki
[verse 1: napo]
dal momento in cui mi fu spiegato ho trasmesso che
colui che porta la divisa, è un umano come gli altri
dal momento in cui durante i più tesi dei controlli che ci fecero
avevamo sguardi catturati da dettagli-gag
che non si posson riportare
più che dalle iniquità in cui si naviga o si cade
quando il mestiere è il poliziotto o il poliziotto militare
dal momento che c’è una forte barriera sociale
scientemente costruita, o casualmente, chi lo sa?
che impedisce a una persona che non sia il barbiere
il farmacista, il prete od un t-ssista veterano
di aver dialoghi coi poliziotti che non siano
“doc-menti” “ecco prego” “che lavoro fa?” “nessuno”
“dove stava andando?” “a comprarmi la focaccia”
dal momento che ritengo inattendibili
i servizi dei telegiornali, come gli articoli
i doc-menti video in internet
i doc-mentari che ti svelano le foto che
dimostrano i risultati dei processi
e dal momento che l’unico
doc-mento che io accetto
è una persona che racconta a me direttamente
l’esperienza sua o di altri
rispondendo alle domande
ed in cambio si lascia raccontare
dai momenti qui elencati
ripenso a cosa mi spaventa
nel vederti, poliziotto, e l’ho capito!
[verse 2: napo]
i fraintendimenti, i qui pro quo
le incomprensioni e t-tubanze
che per me sono normali
difficilmente portano a conseguenze legali
mentre tu, poliziotto
mi dai il timore che davanti a una pluralità di vie
o di significati che ti offro
tu possa rasoiarle
preferendo le ipotesi più semplici
che avevi già deciso d’impressione
il punto nodale è che voi poliziotti non vi sappotete mischiare
il mio affronto costruttivo sarebbe costringervi a pranzo
cena e colazione
in un dialogo continuo con me
vorrei frequentarvi al di fuori delle ore di servizio
vorrei essere la vostra socialità
e regalarvi la plurivalenza che vi è proibita
dal vostro sguardo sulla società
sarebbe più insidioso questo
rispetto a qualsiasi gesto di disprezzo
il mio senso del grottesco
mi permetterebbe di vivere e mangiare al desco
con 4 o 5 poliziotti da sommossa
fra i peggiori nel facinoro
preparargli pranzi, cene e colazioni
discutere con loro di questioni
a contatto tutto l’anno
finché non estrapolo il loro lato umano
perché io sono in grado!
caro coetaneo, ti sembrerà ambiguo, strano
ma la mia realtà dei fatti implica che
se per caso oggi divento amico di un palestinese
domani sarò amico di un israeliano
per questo so che per distruggere un poliziotto
bisogna infrangere un confine immaginario
lavorando caso per caso
e che qualsiasi atto combattivo
non fa che rafforzare le barriere tra lui e il suo nucleo umano
la mia visione del conflitto è fatta di litigi sul diritto in privato
con il poliziotto di fronte a un piatto
di un alimento più che adatto
con un distacco più che totale dalla questura o dal tribunale
solo noi che parliamo ma per adesso
siamo solo io e i miei amici in una macchina
che approfittiamo dei posti di blocco
e quasi speriamo di essere fermati
per carpire quei dettagli che
fanno breccia nelle divise
e negli slogan inutili sui poliziotti b-st-rdi
bisogna studiare le persone, non scrivere acab in giro
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