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letra de non ti arrendere - swelto

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[strofa 1: swelto]
tu mi dici: “qua non cambia niente”
io che invece vorrei cambiare
so che per te non conta niente ma
sappi che io vorrei contare (qualcosa)
su qualcosa che c’è sempre (poi cosa?)
piove rabbia dalle fontane (si sposa)
per le strade la mia gente (si scorda)
che non smette mai di lottare
se poi un giorno tornerei, eh beh, è normale
normale in fondo non lo sei stata mai
ed io vorrei cercare me stesso in mezzo a questo caos
so che è complesso trovare armonia nel fato
se la melodia della vita accade a caso
è come un quadro astratto, devi valorizzare ciò che hai fatto
lasciare un segno nel tuo campo
prima che lo faccia qualcun altro
io cerco la mia via, senza seguire un’altra scia
senza guardare mai dove sono arrivato, mai

[strofa 2: moder]
scusa, qui ci sono finito per gioco
per come sono è una vita che chiedo perdono
non potevo mai comprare un vest-to nuovo
ma era il solo che sapeva fare, catturare un tuono
mo mi guardo allo specchio e penso se questo è un uomo
tutta la merda che ho dentro tu pensi che sia un dono?
c’è chi stona e vorrebbe stare nel coro
e c’è chi prova ad affrontare la morte e dargli uno scopo
e sai del rap cazzo me ne frega?
sono cresciuto dove il futuro non esisteva
dove le notti san di sputo e di pattumiera
dove il latte versato è scaduto
e la vita si spreca, scusa c’hai un deca?
fuso, che biascico appena, viola barbera
mi faccio scudo con la cattiveria
io a quest’ora non discuto con chi fa il poeta
ma se chiudo gli occhi riesco a toccare tutto il pianeta
dai cantiamo capossela e diventiamo corvi
trasformiamo ‘sta tragedia in un film di boldi
questo acquazzone annega pure i morti
taglia bene l’aquilone, specie quando dormi
taglia bene l’aquilone, specie quando dormi
taglia bene l’aquilone, specie quando dormi
taglia bene l’aquilone, specie quando dormi

[strofa 3: soulcè]
quando scrivo fermo il tempo (stando sul tempo)
è come vivere in eterno (e ridere dentro)
è come quando sono perso (e lo sono spesso)
è come ai tempi col berretto (quando suono spesso)
io ce l’ho scritto negli occhi che per ‘sta cosa vivo
per questo quando ne parlo vedi che brillano
e quando scrivo do colori al cielo indaco
mentre divento un uomo che sa pensare da piccolo
ma sai già, con le parole non ci svolti
pacche sulle spalle, tutti pr-nti
chiacchiere su cui balliamo sbronzi
stanotte volo, tieniti i soldi
è la mia vita e ne vale troppi
nelle canzoni che ti lascio sembro sempre mite
le nostre storie collegate da un filo sottile
quando le scrivo e non ho voglia di dirti la fine
a volte penso: “per fortuna che non le capite”
tanto lo sai ci rido sopra sempre
e sono ancora lo scemo di sempre
adesso vado, nostalgia di sempre
senza mentirti con altri “per sempre” (ciao)

[strofa 4: reiven]
tu fammi solo un cenno e sarà strage
l’11 settembre, l’-ss-ssinio di versace
un cuore che detona, la scissione del per sempre
l’esplosione che risuona dentro una città che tace
credimi, col tempo certi sbagli fai fatica anche a comprenderli macchie che non lavi come il sangue di john kennedy
e nasconderle non basta perché rimangono in testa
e te li porti sempre in tasca con i soldi che non sperperi
in ‘sto traffico di gente quasi maniacale
qui sotto non è mai dicembre, non è mai natale
devo cambiar me stesso prima di cambiare posto
che l’inferno non è un luogo fisico ma mentale
c’è ancora spazio per sfasciarci di canne
per lanciarci da un terrazzo, per lanciarci un allarme
comunque va c’è ancora spazio per fasciarci le zanne
per lasciarci ad ogni p-sso, per lasciarci la carne
ci rincorriamo come bill e bea
siamo l’arte, frida kahlo
lune storte, giove, marte
quando in parte ci capiamo
alcune volte piove altre
la tempesta è un’odissea dentro cui ci ritroviamo

[strofa 5: azure stellar]
sai, come sempre vado
forse a volte no, beh
come quella volta distratto
quando avrei dovuto ma non l’ho fatto
dicono: “persegui obiettivi”
ho letto: “l’importante qua è sentirsi vivi”
lungomare d’inverno, fermo il tempo, scorcio di eterno
in un dipinto balliamo, dance me to the end, jack vettriano
ho una guida per dimenticare
apri la porta e inizia a camminare
se poi dici “guarda, non puoi”, smetto già di ascoltare
tu indossi una vita che non vuoi
io volo nel cielo come i boeing
se poi dici “guarda, non puoi”, smetto già di ascoltare
tu indossi una vita che non vuoi
io volo nel cielo come i boeing
come i boeing, come i boeing, come i boeing

[strofa 6: blue virus]
la primavera sembra inverno se l’estate pare autunno
io confondo gli abiti e mi pare -ssurdo
presentarmi in una baita col costume
mentre in spiaggia copro tutto
di base io sto male, mi pare il giusto un ri-ssunto
da domani prendo un nuovo appunto
affrontare le sfide con la dovuta precisione da chirurgo
e non ti parlo di lottare per raggiungere obbiettivi
ma fallire essendo meno selettivi
e ad ogni tuffo cancello ogni mia traccia, cancellami la faccia
utilizzando quella gomma messa affianco alla borraccia
perché essere b-ttato a terra, merda, mi incoraggia
sono in viaggio per salvarmi senza che ingrani la marcia
capolinea, il pullman non parte e io cambio vita
però non cambio mica
se i colpi mi finiscono, piuttosto cambio mitra
mi tolgo dalla faccia della terra ma ti lascio tutti i giga
perché tanto tra di noi c’è sempre stata connessione
se si tratta solamente di accendere tutti i modem
non trovo il tasto “exit”
vivo in un episodio su netflix
ma senza lieto fine né copione

[strofa 7: zampa]
mentre ‘sta pioggia senza fine cade giù al suolo
e sferza le colonne stanche del duomo
mentre in cielo un altro lampo scappa dal tuono
mi chiedo se una rima salverà l’uomo (salverà l’uomo)
mi chiedo se una rima può salvare un uomo
indosso il mio kimono e grido perdono
e mi chiedo se una rima può salvare un uomo
può salvare un uomo
nato in una city bella come il fuoco
ma fredda come il ghiaccio
che può spezzarti il cuore mentre ti dà un bacio
cresciuto in mezzo ai vicoli e lampioni
cercando di sfidare il buio e di b-ttarlo fuori
e ho provato ad ignorarle, non osservarle
‘ste iene avide di sangue, non ascoltarle
però più ridevano, più vacillavo
più avevo dubbi, più tremavo, più mi r-ssegnavo
e non lo so se avrò la forza pure stavolta
di non arrendermi e aspettare che p-ssi la pioggia
col dubbio se la vita sia follia o dono
mi chiedo se una rima salverà l’uomo (salverà l’uomo)

[strofa 8: eldomino]
ciao, dicono ciao con i volti spenti
un “come stai?”, un “come va?”
beh, sto cadendo a pezzi
mi dicevan che di giorno il sole bacia i belli
mentre la luna bacia i folli, i geni, i diversi
io a ‘sta cosa ho sempre dato più peso degli altri
perché ho ‘sta foga di arrivare nei piani più alti
ma non si gioca e quando arrivo ad un p-sso dai grandi
meglio sognare fra poveri che pregare due santi
meglio aggrapparsi ad un’idea (anche una)
farla nascere dal b-sso, per terra, in natura
accudirla come un fiore di orchidea (con premura)
e cullarla con i sogni e la brezza dopo l’una
quando tutti dormono io affino le mie abilità
nessuno, in fondo, ha mai apprezzato certe qualità
ed è questo che distingue un uomo da una sagoma
quando mi chiedi a che penso, te lo dimostro in pratica
scrivo sul mogano pensieri in radica
qui chi mi biasima mi aiuta a credere
che esista un’anima a cui
affidarmi nei momenti bui
quando a fatica mi capisco
e provo a entrare nella testa altrui

[strofa 9: carlo corallo]
non mi capisco, i giorni in cui sono prolisso scrivo pochissimo
e quelli in cui non emetto nemmeno un fischio potrei fare un disco
un misto tra attenersi al vendesi fisso in testa
e prove dove arrendersi resta il rischio
quando i dettagli non colpiscono e l’ispirazione manca
sta lì fermo in stanza l’mc e si definisce cristo
ma non lo fa per arroganza o per un fine egoistico
è che sta a metà tra il credersi un dio e pensare “non esisto”
che cos’ha di mistico questa musica?
se per la gente l’unica cosa che conta
non è ciò che ascolta ma ciò che ha visto
arrivi tu e conquisti con l’aspetto fisico fan
conquisti il mondo a risiko ma è tutto finto
e per non arrendersi serve un appiglio nuovo
un obiettivo, un suono, un diversivo, un sogno lontano un miglio
fai con amore, le parole si scrivono da sole
se curi un foglio come curi un figlio
e anche questa giornata è peggio della scorsa
ma poi arrivi ed hai l’effetto della scossa
ti terrei per la piega continua della stoffa
e ti proteggerei come una bambina
mentre il mondo va in rovina, the last of us

[strofa 10: pathos]
tra i malfattori e le reliquie c’è una rosa blu
una galera che cammina e dentro ci sei tu
un solo soffio si solleva, diventa universo
lo sorreggo, non riesco, è pesante e immenso
ora cedo ed entro, vedo ciò che ha dentro
una foresta aspra sotto l’orchestra mi addentro
lungo il sentiero nel gelo c’è una quercia sui rami
una colomba e una corona d’alloro, straziati
sto per seppellirli dentro il mio fragile vetro
quando mi accorgo che mi sta guardando un’ombra
tiene in mano un giglio bianco che conosco ed io tremo
di scatto corro per riaverlo ma ad un tratto tutto il suolo crolla
il fondo è cielo d’altri fondi che sfondo cadendo
fino ad atterrare sopra un letto d’ospedale
l’infermiera in tirocinio mi ha svegliato stamane
sorridendo prendo il mio veleno e la mia forza per lottare
saluto i miei soldati, foglie distanti e lontane
città invisibili cullate da urla sovrumane
ancora in piedi vado alla finestra e vedo il sole splendere
la sua luce dice: “non ti arrendere”

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