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letra de metafobia (oltre la paura) - spezzie

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so io che ti ci vuole! so io come sei fatto!
eppure non ho un cane accanto. e se
non url-ssi a gran voce non mi dareste nemmeno un abbraccio. non

c’è né amore né pace se non mi sforzo e combatto

e per la differenza che scorre tra
“dichiarazione di guerra” e “riaffermazione del
proprio credo” che compongo sereno
seguendo una condizione: prometto il
vero e della mia fede non farò mistero o della mia professione
limpido e cristallino principe della mia p-ssione, forse
sarò fonte d’illusione, ma non m’importa, è affar vostro
capitemi, intendetemi, amiamoci con animo sincero, la
vita d’ognuno è unica,
e in quanto non-batteri, “prima o poi” moriremo e quel
“poi” non è mai abbastanza tardi per dirsi d’emozioni pieno. oltre a
esser grande il mio appet-to è buongustaio e raffinato, non mi
fermo affatto all’olfatto per
sceglier il pasto del pranzo per me che è
come fosse l’ultimo, ogni -ssaggio è un boccone prelibato che rubo
alle regine che incontro che mi concedono il reato

stasera ed usualmente dov’è che vai a ballare?
perdona la domanda, non vorrei mostrar impertinenza?
ti concedo una risposta, vorresti mostrar gentilezza?
io non ballo quasi mai, preferisco parlare
e non che sia un leccapiedi ma per la terra che abbiamo, ho un
fetish per i tramonti e godo in ogni punto mi trovo, e in ogni
punto verso al sole il volto,
sp-cciando il vecchio per il giorno nuovo, così l’alba
mi concilia il sonno quando sul finir delle mie notti ci incontriamo

invocare il ritorno di una musa è un immane e invano sforzo

e se per voi questo non è amore, se non ci siamo innamorati, ho
collezionato storie d’intese e ricambiato baci ingrati. e se è
eterno il ritorno in cui vivo,
un riciclo in cui siamo condannati, non avviene
mai con le stesse persone, ed ecco com’è che siam differenziati
e se è
eterno il ritorno in cui vivo,
un riciclo in cui siamo condannati, non avviene
mai con le stesse persone, ed ecco com’è che siam differenziati
e se è
eterno il ritorno in cui vivo,
un riciclo in cui siamo condannati, non avviene
mai con le stesse persone, ed ecco com’è che siam differenziati

squarcio come un lampo questo ritmo, il tuono seguirà a suo tempo, mi
aggancio, colgo l’appoggio al balzo
dal meteo e dico, metrica permettendo
giusto un paio d’appunti appena giunti
in mente, sfido la corrente e l’accento, al
buio financo non mi si spegne l’ingegno e
scrivo, a luci spente non mi trattengo, e in
fronte ai peggiori traumi che la vita ha
in serbo, per quanto splendida, non farò
uso di stupefacenti senza compagnia, non mi stupisce la chimica di una
sostanza la cui conseguenza già è nota,
è altresì certo che non ti fortifica, come un
blackout invece risalta una città
fluorescente: magia di una notte che nevica

essere solo e solamente sobrio medicherà le tue debolezze
pretendi di prendere il controllo della tua
esperienza perdendo senno e coscienza? è come
fingere di amare quando in realtà è
che non puoi starne senza, ma non è
bene quel che non ti libera e tutto ciò delinea le tue insicurezze

spero che un giorno un uomo possa prendere le mie sembianze, eppure
non la forma del mio naso, non il mio grande cazzo, di
tutti questi geni ne possa prendere il più importante: possa
prendere le mie carte e andare oltre le mie scritture e paure

metafobia

letras aleatórias

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