letra de aspettro (pezzi su pezzi di vetro) - socio (sdp crew)
[intro]
tu non parlare ascolta lui se tu parli senti il nulla
se ascolti il silenzio urla, lui ti parla quando taci
quando parli ma non puoi parlarci
lui ti parla quando taci, quando parli ma non puoi parlarci
[strofa 1: socio]
cinghie intorno al collo, tagli sopra il polso
lacero, appeso e basta, sbagli tutt’intorno
un colpo in testa, due colpi in aria
quasi morto, non mollo, folle volo, stasi-comio
rigido agli ordini di un foglio che spero mi nasconda
ogni macchia di rorschach nasconde l’ombra
quasi vivo, tremo, disegno e non scrivo
vedo, simboli e risate tra le righe che incido!
disegno bocche che mi parlino, occhi che mi guardino
mani che mi applaudano, dita sporche di china
ho una valigia di cartone, in mano palle di cannone
e la speranza che la speranza non mi opprima
sottile, non so più se voglio dormire
anche se il sonno è tutto ciò che voglio [sottile]
ma è l’unico luogo in cui non c’è nulla di cui ho bisogno
in cui il nulla che sogno è più del nulla che ho intorno
bianco o nero, bene o male
grigio di consapevolezza capitale; sete di sale
il mio corpo non tace! sputo gocce in mezzo al mare
su cui navigo per affogare. liberate il kraken!
ho perso la voglia, la parola, qualche kilo
e 21 grammi e mezzo, [ancora e ancora] le lettere
sono più ambigue deforme un pensiero si contorce
nessuno vede se piangi, il buio è troppo nero
nessuno ascolta se taci nessuno
ho imparato a consolarmi guardando gli altri
avervi davanti senza una via che non sia l’immagin-z-one
silenzio senza un suono che non sia del cuore…
[strofa 2: tony la n.]
ho perso la voglia, vorrei perdere il senno
ma ho perso solo qualche chilo e 21 grammi e mezzo;
io ci sono sempre stato, di vista non ti perdo
dove l’occhio non cattura: è lì che io comprendo
dipendo, da ogni tua singola figura
ed è una stretta dipendenza e non c’è danza che mi dia la cura
uso disinvoltura ma non mi resta che sta andatura lenta
poiché ho il piombo nelle membra e la mente ancora aperta
perché ricerca un motivo: non c’è finzione in ciò che scrivo!
eh nulla puoi farci, tra frammenti marci sopra cui cammino
ho dato un motivo al vino
ma non c’è modo, per cui non trovo come usare questo sfogo
io stringo il nodo. un altro giorno in cui mi muovo
da solo, senza soddisfazione
ciò che aspetto e vano, bevo la soluzione, ma…
non c’è veleno che mi getti, dove
di nero i cieli sono infetti
come fuggire da ciò che evito
non puoi scappare dalle tue pare!
se il confine è pelago non resta che nuotare
[strofa 3: og wondo]
ma cosa aspetto a fare se
ciò che cerco ad occhi fissi ormai da dimenticare
abissi di cui scrissi quando ancora avevo voglia di lottare
nella bolgia per non entrare in quella dei qualunquisti
visi tristi, dentro a riti mistici in cui vidi
finti cristi estinguersi con un lamento
sogni svaniti, spediti su meteoriti imbriferi
su cui vissi solamente per distinguermi dal resto
e per spingerli verso parti che
coincidono con marte, l’universo e atlantide
e anche se perso sotto la grandine ho idee candide
ricerche semantiche da cui traggo proprietà catartiche
gelo come nell’antartide and-rs-ne oggi no
come ieri, muri di pensieri che bloccano i miei sentieri
non mi mollano, vivo per un motivo
ma con un cappio al collo e le mie d-rs-ne che crollano
[strofa 4: tony la n.]
ray dove sei? sento sempre il tuo nome nel silenzio
anche quando non ti penso e non ti penso spesso
aspettro! raccogli i frammenti di vetro che rompi
che ti ci compri la calma
[strofa 5: socio]
il fantasma delle mie aspettative affitta vite
scambia pezzi di vetro per pezzi di tranquillità!
il fantasma delle mie aspettative affitta vite
e fa a pezzi i miei pezzi di tranquillità!
[strofa 6: socio]
e se muori, mille soli illuminano, mille cloni
mille e una notte, mille e uno i giorni
e alzare lo sguardo per guardare fuori non è da folli
ora che piangi anche tu, che senti anche tu, quando torni
ora che leggi che scrivi che leggi che scrivi
che leggi che scrivi che leggi che scrivi che leggi che scrivi
ray, sei come quando non c’è altro, uno è con me
quando non c’è l’altro, e leggi e scrivi tanto!
ma la vita è un lungo addio
se vedessi quanto tempo ho perso per affidarmi a dio
sapessi quanto ho speso per convincermi che solo io
sono io e non ho alternative in sette vite
finite a convincermi delle mie aspettative
sottrazione di ore perdute, aspirazioni confuse;
ma aspiro ad altro, sempre più in alto
aspiro monossido di carbonio in auto!
muovo la testa per non perderla, aspettro!
continuo ad inseguire la vita, se mi fermo ho freddo
mi sono perso cercando me stesso! cosa mi aspetto?
un fantasma resta tale finché non se ne parla, penso
a sentirmi bene? [basta!] quanto danno la felicità?!
basta! non avere l’ansia! basta condividere ogni cosa
empatia ed emozioni, attore, attori
non mi interesso ai copioni, basta che funzioni!
sono talmente vuoto che parlo da solo
quando mi riempio d’odio senza la pace dei sensi, solo
questo senso d’oppressione che non mi molla mai
disperata confusione: don’t dead open inside!
[strofa 7: og wondo]
ray dove sei? sento sempre il tuo nome nel silenzio
anche quando non ti penso e non ti penso spesso
aspettro! raccogli i frammenti di vetro che rompi
che ti ci compri la calma
[strofa 8: socio]
il fantasma delle mie aspettative affitta vite
scambia pezzi di vetro per pezzi di tranquillità!
il fantasma delle mie aspettative affitta vite
e fa a pezzi i miei pezzi di tranquillità!
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