letra de rencontre germinal - slow wave sleep
finalmente sono solo con te
avrei tante cose da dirti ancora
stento a credere alla strada che
si intravede volgendo lo sguardo indietro
le avventure in cui ho combattuto
diventan favole
e disperdono sabbia nel vento
in questo luogo asettico con tono acrilico
non-sense
un canto lungo e sospeso
mai pericoloso abbastanza
da prendere il volo
o rotolar giù nel burrone
quando la decenza implorava perdono
almeno tra noi c’è intesa
inizio dal principio
lo senti un ululato che veloce più di un missile
rimbalza da quel muro eretto nel niente
forse capita anche a te di oltrep-ssare il limite
quando la solitudine brucia l’istante
e ingrossa occhiaie, pupille
parole convinte ripiene di noia
puro sadismo e misantropia
fanno spesso da antidoto all’odio
qui nessuno ci giudica
concediamoci uno sgarro
traguardi, ricatti, menzogne e ipocrisie
è tutto archiviato nel vento che bestemmia
e soffia tra i residui di una storia
e soffia tra le ossa putride
e soffia nella tua carne che poi è anche la mia
non farti strane idee, bisogna pur parlare
bisogna pur parlare
siamo vermi che strisciano
tra i resti di una malattia
mett-ti comodo, serviti dal mio bicchiere e versane tanto
il sangue umano di poco valore dovrebbe durare di più
pezzi di lingua e dita dei piedi sembra che stiano finendo
in base ai miei calcoli un altro villaggio marcisce sei chilometri a sud
sento del divertimento
il tuo atteggiamento pacato è uno sp-sso
non percepivo tutto questo entusiasmo
dal fatale incendio che spinse la folla a lottar col…
– fuoco – è tutto quel che ricordo
– fuoco – prima di incontrare te
– fuoco – il rogo degli opulenti
– fuoco – le chiese scoppietanti
piromani impazziti e megalomani impotenti
ridevan di un gusto coinvolgente
virtuale intesa e quadruplice alleanza
contro il fu pilastro del mondo
suicidi, anime perse, fate turchine che sposano orchi
complessità dell’ascesa del lato più asociale dell’uomo
legittimazione dell’uso spietato di opportunismo e bugie
ed ora è tutto piatto, piatto, piatto, piatto
[piatto] ho un trauma cranico e non penso di ricordar il tuo nome
[piatto] aggiungi un dolore al petto, non riesco nemmeno a sboccare
[piatto] sfocato il mondo appare, ho appena ingoiato sei denti
con un ago conficcato nell’occhio
chiedo l’eutanasia
ehy
è tutto finito
stavi cascando di nuovo
nel tuo oblio
tu ed io
siam parte di un unico individuo
sii le mie gambe che io sarò il tuo fiato
sii la mia retina che io sarò il senso
sii il mio coraggio che io sarò la spinta
so che può sembrare strano
ma siamo gli unici rimasti
e come un serpente disturbi nuovamente il sogno
sobbalzo di nuovo al sentire il tuo alito contro il mio orecchio
ora che tutti sono scomparsi
non ha più senso gridare
il rumore della polvere che cade
scandisce il ritmo di pensieri contorti
e scarichi. nuovi istinti omicidi
parole a caso. brama di istinti e di vanità
ma arriva il momento del colpo b-sso
svuotato e stanco di stare solo
mi alzo e cammino verso il soggiorno
registro parole che tanto nessuno ascolterà
scrivendo solo per me stesso ho perso l’attimo nel flusso che
subdolo ha portato via il mondo e gli altri
rinchiuso e fisso nei meccanici pensieri digitali
non mi accorgevo di aver perso il mondo e gli altri
è troppo tardi ormai, ogni città é fantasma
straborda di macerie sopravvissute al niente
sopportiamo in silenzio
un viscido liquame entra nei pori e regola
la nostra integrità
respira a più non posso i vari c-muli di gas
magari é proprio quello che cercavamo da una vita
prendere o lasciare: la legge del terrore
si espande orizzontale il giudizio universale
sogno perturbante in un luogo deturpato
di tutto il suo calore a meno che non salti
l’umana ispirazione cosa fa – salta!
una volta esploso il mondo tutto il vero viene espresso
l’umana evoluzione cosa fa – salta!
al momento del verdetto rasentato molto spesso
e noi in tutto questo siamo briciole
finale più che allegro di una satira
dallo stile iperbolico e retorico
veniamo al punto e digeriamo il ritmo
che il blaterare a caso è forse sintomo di pazzia
intravedo già la cima della torre
tra un po’ non parleremo più la stessa lingua:
è pr-ssi tra i registi riciclar la storia
e qui sul fiume eufrate
celebriamo l’estasi
godiamo fino in fondo i nostri istanti
mordiamoci a vicenda come dei vermi
rubiamo, svaligiamo, distruggiamo
a quanto pare siamo soli in questo mondo
brindiamo al nostro specchio
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