a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 #

letra de scriptodramma - semicronici

[axiom]
sento male le certezze, sono poche e poco spesse
esse mandano le sicurezze alle mie concorrenze
sono un circo che gestisce questo circolo vizioso
tanto ozioso che corposo sembrerà quel mio riposo
e non è vero, è rovente il desiderio che pulisce il siero
la mia penna parla e non comunica davvero
quindi facciamo che danzo e mi accoltellerai nel sonno
mеntre avanzo ad ogni avanzo, lentamentе ci ritorno
facciamo uno storno, uno stormo, della situazione
ne risulta che la sottrazione non mi porta il nome
meno io ne parlo poi più intensa si farà l’azione
meditazione vendica la dizione in estinzione
adesso spezzo la grafite, trafitte le mie primissime righe
mi ghermiscono le dighe
ora mi contengono per quanto sono immerso
nella copia della copia della copia di un mio verso

[h-ll’o’him]
quasi fosse una punta di spillo mi titilla la tonsilla
questa voglia di esprimere meraviglia
perché anche nella fanghiglia di una stupida guerriglia
scavando abbastanza a fondo l’acqua limpida zampilla
nonostante molte volte ceda a tentazioni
rimango costante nel volere la morte di chi non ha neuroni
rapide quindi le mie incisioni sulla pelle degli inerti cloni
testimonieranno cupe dann-z-oni
ricordo ancora quando b-ttai giù le prime rime
in testa già il pretesto magico per rompere il confine
tra reale e immaginario mieto vittime vicine
alla mia nemesi perversa impersonata dal regime
c’è chi si perde quando narro le metafore
che uso per descrivere ciò che mi trovo attorno
ma se raccontassi la realtà tramite barre afone
ti svelerei il mio incubo ma poi non c’è ritorno
[axiom]
nella notte che cala faccio a botte con le note a margine
che emargino con i complotti di una rancida cartagine
che immagino dentro questa voragine d’immagini
e un re magio mangia conati di pagine
ne gestisco un agile concerto, lo metto sul mio petto
lo scrivo sullo scriba con cui mi connetto
mi dimetto netto, dominando uno spettro
che passa tempia e tempia e che mi tempra ogni concetto

[h-ll’o’him]
parlo a bassa voce per lenire un po’ l’atroce
morsa di una farsa, porta le fattezze di una croce
non mi nuoce anzi mi fa piacere quando lenta cuoce
la tua rabbia per un verso che consideri feroce
non hai visto niente, non è che polvere quello che dico
quando gentilmente muovo critiche all’antico
cospargerei di cera fusa ciò che maledico
una prigione di candela accesa contro il mio nemico

[axiom]
ammennicolo che diventa un velivolo, intanto ventriloquo
faccio culla alla mia pancia e causo un qui pro quo
quotando le rime che smeriglio e che assottiglio
fino a sembrare un filo spinato nato sotto il mio consiglio
mi concedo di fare e rifare lo stesso gioco
sadom-s-ch-stico ci rido e prendo fuoco
poco a poco la coscienza erode e quindi cambio loco
mi risveglio senza corpo e dopo ricomincio, pressappoco
mi copro di polvere coi grumi dell’inchiostro a digitare
poi rimango al limitare
di una soglia vicinale che mi punta l’artiglieria militare
e mi intima d’imitare un alter-ego digitale
cancello tutto, lettere decompongono
mi prenderò una pausa oppure no? gli astri rispondono
mi danno riscontri contrastanti, tanti rimpianti
che poi mi tocca allineare se traspondano
[h-ll’o’him]
nel fiume in piena di versi stridenti che il mio cerebro mi detta
le tre teste di cerbero metton fretta
alla mia penna che veloce su una riga stretta
scava con l’inchiostro alla ricerca di una logica perfetta
non ci riesco, ma tra mille tentativi coraggioso cresco
abbandonando il mio vecchio mondo pare fiabesco
ora ceno a questo nuovo desco un po’ grottesco
divorando le preghiere pr-nunciate con astio gargantuesco
accanto escono lamenti spenti
testimoni di mille combattimenti in cui mi lancio
il mio scarso rancio fatto di calci sui denti
poi lo vomito con ira contro chi chiede il bilancio
delle mie giornate, ma come osi?
non domandare delle cause di questa mia gnosi
io scrivo di certezze che trasmesse per osmosi
ti dimostrano i principi che son stati ormai corrosi

- semicronici

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