letra de scuola calcio - raige
[strofa 1: raige]
c’era una volta un campetto di periferia
coi pali corrosi dal sole ma io mi sentivo come a casa mia
addosso la maglia di alex, tu invece c’hai quella di sheva
dai cazzo, ma chissenefrega
per noi era come una preghiera, lo capisce soltanto chi c’era
li chiamano gli anni della formazione
noi pensavamo solo a quale formazione
paolo sulla fascia vaporetto
corse al centro, io in mezzo
tra i pali avevamo pagliuca vincenzo
renato era mancino, recoba
raffaele bomba napoli maradona
pure meglio della tipa meglio, della droga
lo capisce chi lo prova
[ritornello]
non avevamo pubblico, no
eppure a noi ci sembrava san siro
e no, non ero l’unico
ma tanti li ho persi finiti nel giro
a diventare grandi ci vuole coraggio
capire se tirare o se fare un p-ssaggio
la vita è la più grande scuola di calcio
che c’è, che c’è
[strofa 2: ensi]
ricordo part-te infinite, finite 20 a 25
tipo che perdi il conto dei goal, chi fa questo vince
a tutto campo anche se eravamo 5 contro 4 (salire)
parte il contropiede, sale anche il portiere e tutti in attacco
ehi non c’era né curva né cori ma andava bene
i panni sui balconi sembravano bandiere
per le punizioni non avevamo un buon piede
siamo cresciuti soli ma siamo cresciuti insieme
con la fede per il bomber
prega san siro, prega san paolo che alle volte
i sogni entrano in rete dopo un palo
senza un arbitro né un guardalinee
è un attimo guarda che vite
prima il vuoto poi il boato, tre fischi alla fine
[ritornello]
non avevamo pubblico, no
eppure a noi ci sembrava san siro
e no, non ero l’unico
ma tanti li ho persi finiti nel giro
a diventare grandi ci vuole coraggio
capire se tirare o se fare un p-ssaggio
la vita è la più grande scuola di calcio
che c’è, che c’è
[strofa 3: rayden]
cresciuti nei campetti tra polvere ed erba
senza pensare a quello che la vita ti riserva
felici con un tango ed un supertele
un colpo di tacco nel sette, via le ragnatele
in radio battisti e mogol
negli occhi le prodezze di baggio e di batigol
manca quella semplicità, l’essenza
all’insegna della spensieratezza
importa l’ultimo che tocca la traversa
anni prima di andiamo a berlino o di caressa
part-te infinite tipo holly e benji
maglie in terra come pali, i tempi erano quelli
sporchi e sudati quale galateo
l’oratorio come il bernabeu
ora conto meno del mio valore reale
perché sono esploso tardi come di natale
[ritornello]
non avevamo pubblico, no
eppure a noi ci sembrava san siro
e no, non ero l’unico
ma tanti li ho persi finiti nel giro
a diventare grandi ci vuole coraggio
capire se tirare o se fare un p-ssaggio
la vita è la più grande scuola di calcio
che c’è, che c’è
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