letra de pochi mesi - noam
[intro]
ah
[verse 1]
mura di cemento, sbatto il mento
sotto un pezzo, repeat pazzesco
qua dentro, sopravvivo a stento
immerso in un’estate, zero fresco
e non ci riesco, a dire “addio, esco!”
o almeno era ciò che pensavo
prima di averci provato!
lei divina, c’è l’amore a disarmarmi
mesi sdraiato a calpestarmi
mesi interi, persi negli angoli
giorni scuri, più belli se più bui
mi credevo sempre più di lui
“ma chi è il bel ragazzo? sì costui”
quello con centinai di costumi
anime intinte in fosse comuni
lacrime dipinte, dai lumi accesi
per pochi altri mesi, fuori a terra stesi
sotto infiniti strati i calcinacci, pesi
averti mia, è quello che pretesi
ti ho avuta mia, coi tendini tesi
giornate p-ssate, sopra un divano
da persone ammalate, ci baciavamo
frasi da accantonare, invocate invano
fasi ormai da saltare, p-ssate calmo
falcate incise sopra il marmo
sbatto la testa e mi parte, anche il cranio
stato a pensare che fosse da parte mia il divario
cielo brutto, azzurro, mitigato
hai contato le volte che abbiamo litigato?
hai svoltato le volte che abbiamo avvitato?
tuffi carpiati, verso le tenebre
sbuffi, arrampicati verso di sè
provaci senza di me
anche se a volte ho bisogno di te
che ho un bongo da percuotere
con ogni cattiveria gratuita
ogni storia seria fortuita
ostruita, giro sul tuo giro vita
rabbrividita, dalle labbra fino alle dita
ambita, la soluzione al caso
lambita, dalle cazzate del caso
e avrei bisogno di una navicella
scappare come in un sogno e vivere una vita bella
ma i soldi chi ce li ha?
dovrei trovare un’altra?
mollerei pure una start-up
con frasi che il cuore, te lo sp-cca
come se nulla fosse, te lo strappa
mentre di lei, hai una voglia matta
tutti uguali, di nuovo insieme
pur da mille visuali, quasi bene
prova a misurarli, i metri che
dovrei essere distante da te
non so neppure, dove scappare
avevo promesso di restare
ma voglio solo scomparire, andare
via, da qua, per terra o per mare
stavamo insieme, non ci dicevamo nulla
lo facevamo bene, poche pretese
frasi rubate, scritte in inglese
mai voi siete stati come noi, insieme
al posto di parlare, ci baciavamo
e al posto di parlare, sogniamo
lenti con l’attrito, ci muoviamo
venti amorevoli, ci fratturiamo
particolari minuscoli, come in un quadro
i crepuscoli dell’aria
l’emozione che varia
la pressione che cala, si rialza
tu che cadi, ti rialzi e vai via
mi vieni dicendo, che non sei mai stata mia
non ci sto troppo male, apatia
nei posti dove non ero mai stato
ho trovato la via
della paranoia è accesa la spia
anni luce, e anni lucenti
lucenti tipo diamanti
luccicanti, vado io avanti
dietro tu che canti
drake o lauro, indistinti
evacuiamo la sfida, vinti entrambi
spinti in finti vicoli finiti
insieme a te, come sulle dolomiti
epica, letteratura, noi miti
-ssemblati senza viti
oh, cosa ti gridi?
no, non credo di resisterti
vedo di trattenermi
non so cosa rappresenti
e tu stai ancora a tenermi
qua i concetti si dimezzano
gli oggetti si triplicano
tutto inutile senza di te
troppo male c’ho dentro di me
sì ok, magari sto capendo
di aver fatto una cazzata
ma se al suo pensiero mi appendo
credo che di cazzate, ne abbia fatte 100
mi ripetevo di non amarti più
adesso penso forse mi ama
mi ripetevo che non potevo amarti di più
pensavo, a come scappare da quaggù
mi sveglio la mattina, che siamo a maggio
intorno è il dopo d’una mina
ora che sei un miraggio
aspetto di togliermi una spina
come aspetto l’inverno a disagio
sui tuoi ricordi, mi ci adagio
da solo, da solo, nel dolore vago
per essermene andato..
vado via
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