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letra de skyeye - necronephilim

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strofa 1 – i.o.r.i.a
cammina su sta terra sempre in bilico
tra vita e morte certa nascondersi è ridicolo
un piccolo infido brivido pensa a fuggire dalla prigione
di cielo nero sopra l’acqua del pacifico
cerca riparo dal suo dio vuole evadere la fede
spezzare le sue regole e vivere da nomade
ma l’occhio vede tutto ogni suo peccato
lamento segregato in un bozzolo distrutto
tende la mano per aiuto ma nulla lui riceve
un pianto disperato che svanisce tra la neve
un altro anno è p-ssato sempre spoglio
seguito a distanza senza poter prender sonno
non arriverà quel giorno
dove potrà vivere
senza dover dividere
la mente con il sommo
infine il coraggio
una lama sopra l’ugola
del verbo l’ingranaggio
il mondo che s’annuvola

[ritornello: freddy key]
vivo nello specchio d’acqua più ampio
del fottuto tempo del fottuto spazio
questo dio mi spoglia con gli occhi di ghiaccio
mi chiude nel tempio tenendomi ostaggio
vivo nello specchio d’acqua più ampio
del fottuto ego di un fottuto pazzo
questo dio mi spoglia con gli occhi di ghiaccio
intanto che annego mi dice: “buon viaggio”

[strofa 2: whyisn’t]
non so se a parlarmi , sei tu che mi guardi
o sono io impazzito che ho tagliato con gli altri nel primo dei casi
il tuo giudizio è folle o lo è sto esilio se resto io contro di me
mi ritrovo sospeso nel vuoto a metà tra il cielo ed un oceano sconfinato, qui è sempre sereno un quasar che m’acceca
la materia è -ssente , la mente viaggia senza freno
soliloqui voci sovrapposte la coscienza evacua
da sotto il pelo dell’acqua sento l’eco di note
affiora e da orizzonti -ssenti tutto si fonde e sfuma
animato dal respiro infinito di un dio che fuma
si ti compiaci del tuo genio, ma quanto costa crederti
beccati sti ululati al plenilunio su nettuno più casino che a un motoraduno, a contagiarvi ognuno

[ritornello: freddy key]
vivo nello specchio d’acqua più ampio
del fottuto tempo del fottuto spazio
questo dio mi spoglia con gli occhi di ghiaccio
mi chiude nel tempio tenendomi ostaggio
vivo nello specchio d’acqua più ampio
del fottuto ego di un fottuto pazzo
questo dio mi spoglia con gli occhi di ghiaccio
intanto che annego mi dice: “buon viaggio”

[strofa 3: manomorta]
vortico verso sagitario a, niente più nausea
da quante ore non so, tanto non rivedrò casa
una solenne verità mi attende
buia e incandescente colma d’incertezze, ti spiego com’è andata
dopo diversi decenni in criogenesi
mi sveglio dal sonno indotto solo a bordo dell’apollo nephilim
devo lanciare e osservare una sonda in rotta di collisione
con l’orizzonte degli eventi
facile ma houston non da più segni di vita
forse non sono raggiungibile o forse è finita
questa fobia spaziale non mi avrà
esco dall’astronave a sistemare il radar ma qualcosa mi chiama
la voce di una dama
intrappolata per l’eternità
nella singolarità gravità sovrana
staccai il cavo che mi teneva saldo in salvo
protendendomi verso l’incanto, tratto in inganno
quando tornai in me l’oggetto più complesso concepito dalla mente umana era fuori portata
io spinto dritto la gola di un abisso eterno
certo una cosa mai provata
quest’inferno non lo merito solo per l’ambizione
dell’uomo alla ricerca del suo dio
perché lo vorrebbe per me se fosse il mio?
mi sfilo il casco a un palmo dall’oblio a(d)dio

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