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letra de paradise lost - musashi a.k.a eugen de silentio

[intro]
“beh, ecco la mia confessione, reverendo. io anelo all’oscurità, prego che arrivi la morte, la morte vera. se pens-ssi di incontrare da morto le persone che ho conosciuto in vita, non so cosa farei. sarebbe orrendo. la disperazione, un incubo. se immagin-ssi di incontrare mia madre e dovessi ricominciare da capo, ma stavolta senza la prospettiva che la morte venga a consolarmi… beh, quello sarebbe l’incubo finale. kafka al quadrato.”

[strofa 1]
deambulo nella cloaca del braccio di orione
questa patetica sfera pare il banchetto di trimalchione
bevo per sopportare un tale esistere
risulta triste ergere un verbo imperativo a imperatore
ho pensieri turpi ma giustificati totalmente
da gemme di nulla astrale nello sguardo della gente
prevedo il mio decesso in solitudine
completamente inerme logorato da innumerevoli guerre
sotto terra in compagnia di qualche verme, qualche larva
crogiolato in una calma che perdurerà per sempre
mentre attendo quel momento mi pento di ogni legame letale
per la mia psiche sono un fiore nel letame che non sboccia
in quanto c’è solfuro nella pioggia
non traggo che veleno da ciascuna maledetta goccia
il sentiero che conduce alla mia loggia
è costellato di lupi affamati e veneri di roccia

[ritornello]
scrivo del paradiso perduto come john milton
dacché mi son convinto che di certo non ho vinto
scrivo del paradiso perduto come john milton
in mezzo alla burrasca, imp-ssibile sul relitto
scrivo del paradiso perduto come john milton
è la progenie di adamo ad esser l’arma del delitto
scrivo del paradiso perduto come john milton
indossando la cupa dignità dello sconfitto

[strofa 2]
esterno atteggiamenti disgustosi
cerco la forza terapeutica all’interno della mia stessa nevrosi
solco i sette mari senza una meta precisa
pervertendo l’arte, dirty sanchez alla monna lisa
mi flagello disperato fra penelope e calipso
mi infastidisce anche l’orbita planetaria
ubriaco di p-ssione sottovaluto ogni rischio
finchè giaccio cullato nei protozoi della malaria
la mia bella muore ogni volta che mi risveglio
ogni volta che chiudo un libro ma il suo nome impregna il vento
che lambisce le mie fantasie recondite
-ssopite in due secondi e riportandomi al reale più cruento
la nuova metafisica è il bene di consumo
ma l’intelletto ha peso, benedico il sumo
io non mi omologo, sono poco ortodosso
per questo piombo nel paradosso in ogni mio monologo

- musashi a k a eugen de silentio

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