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letra de atto, pt. 3: la scelta - michele barbieri, matteo celoni

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[testo di “atto, pt. 3: la scelta”]

[strofa 1]

la punta dei miei piedi è nel vuoto
il tallone no
la testa in due metà, stanotte sceglierò
se davvero il salto è l’ultima opzione a mia disposizione
tendo l’arco di questo portone e scoccherò

le ore e i minuti, gli scandali e i soprusi
le dosi e rifiuti, all’angolo gli esclusi
da una vita intera sono sottovalutato
tengo sopra i miei pensieri e il mondo si è fermato

l’infermiera mi lega alla sedia e dice “stai calmo”
sento le tempie che esplodono al tatto del suo palmo
la cinghia che ho sulla testa mi da fastidio
un ago nella mia vena e qualche goccia di collirio

ho questa foto di te, con la mano a paletta sulla fronte
decolli via da me atterrando nella morte
è se sotto il maestrale urla e biancheggia il mare
saprò elevarmi con un sussurro nero pece per esclamare

[ritornello]
perché sono qua?
non è chiara la mia realtà
io spero solo che tu possa dirmi
chi è che non ha
paura di me? e chissà
forse leggendo sarai tu a capirmi

[strofa 2]

la mia eterocromia ha sempre affascinato i medici, pillole e anestetici, giochi per noi piccoli artisti
ci avete relegato in queste mura dicendoci che è meglio, che è questo il bello, confortarci con incontri inti

mi chiedo che intimità può avere un ragazzo solo, con un padre occupato a dare ordini militaristici
una madre mai baciata, un dottore che lo cerca, ma ora basta esami per riempire solo altri distici

le riviste scrivono scrivono ma ora tocca a me
penna foglio e cristo che sembra avercela con me
come possibile che tutto ciò che vedo c’entri con me
come fate a non capire che non sto bene insieme a me

ermeneutico mi ripeto cerca tutto ciò che è ermeneutico
a tutti i figli di dio una altra chance al loro demerito

[ritornello]

perché sono qua?
non è chiara la mia realtà
io spero solo che tu possa dirmi
chi è che non ha
paura di me? e chissà
forse leggendo sarai tu a capirmi
[strofa 3]

parole propedeutiche ma amabilmente non so niente
questo specchio freddo e zitto che mi guarda e mente
il riflesso della mente con le luci spente
rende tutto vero preferibilmente non è vero niente
canto a te che ascolti ogni mia parola che sembra pesante
ma è leggera in questa notte grigia e sola. è il momento
lavo le lenzuola ma sporcando questo foglio col mio orgoglio, urlo senza museruola

in piedi sopra al tetto con un’ancora attaccata al molo
sono solo ma una voce sfregia questo mio silenzio
fragile, un argine che oggi non mi contiene
dio stai zitto ascoltami e perdona questo folle volo
instabile. un tutt’uno con me, ci guardiamo
penso che vorrei lanciarti lontano dalla mia mano
come avessi volontà tu non ti stacchi, tu mi sp-cchi il cuore in due e con un gesto lo riattacchi

ho fallito

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