
letra de ostaggio - marco ongaro
di fronte al mare in fiamme
nessuna terra cui tornare
nessuna fuga verso il cielo
né un rifugiato da ospitare
resisto all’-ssedio e vivo
contemplo il tempo declinare
come nell’incubo di byron
la voce è l’ultima a morire
non come canto solitario
come parola che si vuol sentire
e carcerato e carceriere
sediamo insieme qui a fumare
non aspettarmi che son vecchio
nessuna casa è ancora aperta
nessuna atomica esplosa invano
nessuna femmina sulla porta
nessun riscatto esorbitante
solca le lacrime della carta
rapito forse per disegno
rest-tuito al nulla infame
il caso vuole e si obbedisce
sperando di tornare insieme
la notte crolla e s’intuisce
qualche contorno di catene
avrei violato predizioni
dimenticato il mio presagio
bruciato in viaggio i crisantemi
esorcizzato il sortilegio
ma la prigione non ha muri
tiene rinchiusi per contagio
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