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letra de fottuti per sempre - lo stato sociale

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[testo di “fottuti per sempre” ft. vasco brondi]

[strofa 1: lodo guenzi]
avevo scritto una canzone che si chiamava “cromosomi”
parlava di noi che stavamo fuori dalle classifiche e dalle mode
ora nessuno la ricorda più, ma una pagina ne ha preso il nome
scrive di musica commerciale: da cremonini a lady gaga
la prima volta che vai a sanremo sei una bomba che esplode in un convento
dalla seconda volta sei già un coglione che fa parte dell’arredamento
ecco a voi cinque poveracci vestiti con gli abiti degli sponsor
ridere ai fotografi sui tappeti rossi, era meglio se morivano giovani е stronzi
[ritornello: lodo guenzi]
fottuti per sempre, famosi pеr gioco
non è vero che la musica ti salverà
manca una consonante
per indovinare il nome della nostra band e vincere a l’eredità
non credere a niente quando tutto è una moda
spendi tutti i soldi e fotti la celebrità
non c’è niente di vero a parte le canzoni
che scrivi a sedici anni sopra ai cessi di un bar
così stupido e bambino da crederci davvero
che il rock ‘n’ roll non morirà, che il rock ‘n’ roll, ma va là

[strofa 2: lodo guenzi]
volevamo riempire i palasport
di musica fatta senza soldi in una stanza
e quando ci abbiamo suonato davvero
avevano il nome di una banca
volevamo vivere di sogni
fare l’amore con i nostri mostri
e ora la paura che ci tiene svegli
è finire dalla parte sbagliata di un gossip
odiavamo la televisione
la radio, la musica pop, il successo
ora vogliamo l’alta rotazione
e la poltrona di giudice ad x factor
[ritornello: lodo guenzi]
fottuti per sempre, famosi per gioco
non è vero che la musica ti salverà
manca una consonante
per indovinare il nome della nostra band e vincere a l’eredità
non credere a niente quando tutto è una moda
spendi tutti i soldi e fotti la celebrità
non c’è niente di vero a parte le canzoni
che scrivi a sedici anni sopra ai cessi di un bar
così stupido e bambino da crederci davvero
che il rock ‘n’ roll non morirà, che il rock ’n’ roll
che il rock ’n’ roll non morirà, che il rock ‘n’ roll, ma va là

[strofa 3: vasco brondi]
eravamo giovani, ingenui, arrabbiati, allegri e disperati
credevamo che i soldi fossero il male
odiavamo chi sventola le manette
chi ha sempre qualcuno da condannare
eravamo dalla parte di chi non ha niente
non importa l’appartenenza sociale, l’identità sessuale
avevamo letto da qualche parte
un uomo è ricco in proporzione al numero di cose delle quali può fare a meno
ma anche che il sistema schiaccia chi non ha denaro
e si serve di chi è povero di pensiero
credevamo di poter parlare di tutto senza qualificarci
e senza inginocchiarci davanti al progresso
le idee non sono discoteche
non fanno selezione alla porta d’ingresso
credevamo che ci si salva solo insieme
che la felicità è sovversiva quando si collettivizza
che la libertà di lamentarsi di ogni cosa non avesse niente a che fare con la libertà
che essere diversi fosse un diritto
non una scusa per attaccare chi non ti ha capito
volevamo cambiare tutto, non riempire un altro vuoto di mercato
andavamo a un concerto sconvolti come a un rito sciamanico
e alla fine dormivamo alla stazione
pensavamo che la vita sulla terra
non dipendesse da come vanno i sistemi economici o politici
ma dal brillare del sole
eravamo giovani, giovani o pazzi
ma avevamo ragione

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