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letra de kentuki - jalindra

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[testo di “kentuki”]

[intro: francesco chiarello]
benvenuti a questa nuova puntata di radio kentuki, ci scusiamo nuovamente per i problemi tecnici dell’ultima messa in onda.​
i soliti ribelli ipertimesici della digital detox non demordono ed oltre ad attaccare il c-n-le zero n-z-onale, insorgono pure contro di noi, il centro divulgativo di kentuki.​
ma passiamo la parola al signor guzarmah, con la sua dottrina quotidiana.​

[strofa 1: jalindra]
kentuki è prassi di pensiero, l’epicentro del tuo impero
è il narciso, specchio nero, mero riflettente del tuo ego
il solo cardine moralе d’un ampia vita virtuale
surrogato e già perfеzionato d’un reale andato a male
kentuki, sola meritocrazia, equa, solidale utopia
nuovo piano sacroastrale con carenza di sociofobia
eterea basilica sul nembo, eterna come quello schermo
premi “okay”, “confermo”
iscrivi nuovi adepti nel tuo grembo

[interludio 1: jalindra]
lui è il sistema
algoritmo, tuo bios
a reels, ai post, ardue sentenze
dove chi “mi piace” acconsente
selfa foto, clicca “enter”, prega invio
più siamo falsi, più vi piace, perché è la falsità l’unico valore ormai, l’unica cosa che riusciamo a digerire. anzi, no, non l’unica: il dolore e la violenza, accettiamo anche quelli.​
[strofa 2: jalindra]
se nascete nel dolore per morire in esso
kentuki, gran rione col quale è connesso
realtà e disperazione come un brodo mesto
sono il solo orrore che vi sta così indigesto
e se il prezzo è quello che pagate
poi il valore è quello che ottenete
avete fatto in modo voi pagandovela a rate
di elevare falsità a valore di realtà, tacete
digito, ergo sum, dal vostro cosmo limitato
entrante poi in kentuki, sogno da voi creato
dove iridi a cristalli liquidi smarriscono i riflessi
dentro schermi lucidi cercando l’oracolo di selfie
con bio colte come prose, siete immortali nelle pose
nel codice sorgente coscienze collettive mai corrose
cablate permanentemente in un permafrost d’indifferenze
un perfetto simulacro d’esperienze simulate in tendenze

[interludio 2]
siamo talmente apatici che potremmo impazzire. ecco perché fate a pezzi ogni cosa bella che vedete, e solo a quel punto la gonfiate, la impacchettate e la fate passare attraverso una serie di stupidi filtri, finché di quella cosa non rimane che un mucchio di inutili—

[strofa 3: jalindra]
luci truci perlopiù, siete stelle della vostra schiavitù
ora che il cielo non vi basta più, volete solo spunte blu
ricordate di scusarvi online per drammi personali
per giustificare, non sia mai, l’assenza dai c-n-li
stanchi della vostra vita grama, siete alla ricerca della fama
usate filtri con la giusta grana
l’effetto dell’affetto che vi sfama
[interludio 4: jalindra]
vivete in un epoca senza precedenti
forti dell’etica, non si può far altrimenti
da pagine di contenuti con riflessione
ecco i riflessi contenuti nelle persone
spazialità confuse messe dentro una cornice
fanno distanze ottuse dentro, fino alla radice
siete tristi e soli nello spazio di un abbraccio

[strofa 4: jalindra]
scandite i vostri ruoli dall’arrivo di un messaggio
insight we trust, il vostro solo monito dal monitor
propic clone iconiche e di ironico stampino onirico
se non posti, non esisti
feed vasti chiedono che insisti
se non posti, non l’hai fatto
fa che solo l’atto non ti basti
kentuki è un salone accogliente per regioni di sedati
è causa e soluzione dello stesso niente che si son creati

[outro]
fanculo il vostro dannato spettacolo, fanculo ai vostri maledetti c-n-li! fanculo tutti, fanculo! fanculo per tutto quanto! fanculo per me, per noi, per tutto il mondo! fanculo!

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