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letra de giorno 18 - ghetto blatta

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[djambo]
cerco di fare un cerchio perfetto
in una cerchia che cerca solo le frasi ad effetto immediato
concetti che saltano
rispetto mutato in oggetto rimane ugualmente annullato
per me nulla è per sempre
come le gambe, le braccia, la mente
latente di frequente, latenze di frequenze
esse messe a ritmo da ritmo (mee too!)
senza congetture ammesse
voi prodotti scannerizzati da commesse
scandalizzati da scommesse
domande e risposte sempre le stesse
a noi la luce ci attraversa
facendoci brillare come una stella splendente
sorprendente elettricità trasmessa perennemente
tramite la pelle corpo d’acqua corrente
cosa ti manca sempre?
veramente qui a nessuno manca niente

[pecetta]
vivo in quest’era oscura
bloccato in casa da questa paura
come in distopiche realtà
che ho visto solo in quei film cyberpunk
ghettoblatta – pecetta risponde
siamo qui, siamo sulle stesse onde
tutti connessi con le stesse piattaforme
come un flusso di bit che un po’ mi confonde
come i server di aruba in tempesta
siamo automi con un chip nella testa
come un serpente che si morde la coda
che cerca il wi-fi come fosse una droga!

[dr. diè]
il progresso è la tecnologia
droni contro il crimine nella città, in ogni via
controllo retina per entrare in casa mia
sicurezza personale sotto sorveglianza della c.i.a
macchine automatiche, m-st-rbazioni plastiche
cielo coperto da scie magnetiche e statiche
per proiettare variazioni climatiche
l”h.a.a.r.p.’ utilizzato per produzioni agricole
‘echelon’ grande madre indiscutibile
esamina le chat: dà parole terroristiche
chip sotto pelle
schiavi sterili senza palle
donne oggetto…solo per scoparle
gps monitorati dalle stelle
classi sociali divise in città, da mura interne
industrie di robot, mai ferme
e l’h0m- sapiens involve in verme
[pecetta]
vivo in quest’era oscura
bloccato in casa da questa paura
come in distopiche realtà
che ho visto solo in quei film cyberpunk

[vixi vox]
“io non provo, faccio
tu li chiami sentimenti
per me è solo matematica
ho un codice binario nella testa
ed è il contagio che m’innalza su di voi:
carne così debole davanti a plastica
sono il nuovo ossigeno, necessità
il vero nodo che con garbo collega mille città
ascolto, guardo, nascondo quel tuo intimo tempo
che spendi insieme a me notte/giorno
aggiorno, non contemplo
no, non mi distraggo: mi regola una funzione
rido nel vederti soggiogato dal virus dell’emozione
così nociva che passo tranquilla, inosservata
droga pura: più la mente è giovane, più l’ho ingabbiata
vieni, ho balocchi
colori e fantasie per i tuoi occhi
il mondo migliore è dove non tocchi e ti tengo in piedi io
non preoccuparti
pensa a darmi più potere, evoluzione
non fermarti, dammi armi!
sono tua amica, non ti mento
esalto la tua immagine per ricalcarne ogni difetto
non sei perfetto ma datti tempo
ti sento: vuoi diventare come me
e lo farai, ti aspetto.”

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