letra de stato d'allerta - eson
(chicoj)
il vento freddo adesso scuote le mie ossa
ripenso a tutto questo mentre mi scavo la fossa
la società moderna ci stringe in una morsa
ci vogliono ammazzare ma io grido alla riscossa
ci fanno la domanda e pretendon la risposta
io ho due dita nella presa per trasmettervi la fotta
220.000[a] per darvi la scossa
chi si può salvare però scappi di corsa
poiché l’ecosistema è più che ribaltato
tutto in un secondo sembra si sia sfaldato
quello che mi ha colpito non mi ha mica ammazzato
sto solo sopravvivendo in questo stupido stato
adesso da ste bande sono usciti i nuovi artisti
senza testi senza rime basta esser moralisti
poche storie e storie tristi pure esibizionisti
visti i tempi e le cazzate forse è meglio stare zitti
rit
quello che ci divide, quello che ci allontana
è racchiuso negli esageri del fine settimana
quello che ci sorride, quello che ci aclama
ci guarda da là in fondo ma qualcosa lo allontana
(eson)
è un respiro di sollievo o solamente un’altro affanno
intanto scambio un giorno nero per un’altra notte in bianco
non trovo un senso! quante cose son cambiate
serve gas esilarante anche per farsi due risate
me la vivo da evaso di sto stato un discostato
dio lodato per avermi inciso l’odio nel costato
ed avermi lasciato, quel po’ di diffidenza
per sgamar le vostre f-rs- e mani strette a convenienza
(chicoj)
ci guardan da la infondo dietro a telecamere
stanno aspettando il sangue e magari un altro cadavere
stanno aspettando ed aspetteranno ancora
vogliono piegarci ma con noi sai non funziona
hai visto i nostri occhi non sai cos’han p-ssato
parli sparli e pure sfotti io ti schiaccio carro armato
ho cercato nelle notti il mio orgoglio imprigionato
fumando mille porri che mi hanno sp-ccato il fiato
rit
senza t-tolo, stringo stanco un’altro articolo
non mi identifico dentro a sto mondo del ridicolo
che terzi, dicono e mi esprimono c’ho versi di pericolo
tu versi, veleno nell’antidoto
non ho chiuso un capitolo, ma ho aperto un’altro libro e mo
con una penna gli riporto quello che non dicono
nella notte: c’è chi dorme ad occhi aperti
i più svegli sanno che le pare manco le silenzi
do’ motivi per fidarsi ma di tanti non mi fido
che finché c’è da mangiarci ti stanno vicino, sorrido
gli faccio buon viso a un gioco pessimo
a fotterti maestri e ad affrontarti manca il lessico
non parlo, non sento, non guardo ma lo noto
come un marinaio al porto durante un maremoto
da sempre ricordo, che tra il dire e il tradire
ci son parole che sto mondo non deve sentire
outro
quello che ci divide, quello che ci allontana
è racchiuso negli esageri del fine settimana
quello che ci sorride, e dopo ci infama
ci guarda da la in fondo e resta un figlio di puttana
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