letra de vivo - ernia
vivo in un quartiere vuoto
ci stanno i vecchi ed i sinti
da quando mamma italia costringe le madri a mandare via i figli
come simo che frà un mese fa si è deciso ad emigrare in messico
con due maglie in valigia e due soldi, sì
ma senza sapere il lessico
i ragazzi italiani viziati, sì certo se questi sapessero
come stiamo a dormire per terra quando ci trasferiamo all’estero
c’è quel tipo in televisione che parla di immigrazione
cannato, è l’emigrazione il problema di questa n-z-one
ringrazio mio padre, la patria, dio e ‘sti quattro finocchi
per concedermi ancora l’opportunità di una fuga coi fiocchi
l’australia è una figa a cui brillano gli occhi
ci pensi finché non la scopi
in fila per sydney, tutti disposti a sp-ccarsi la schiena per ‘sti quattro soldi
piegati nei campi, meglio piegati che schiavi di altri
meglio esiliati ed esser presi per matti
se non hai di meglio zio è meglio che scappi (da qui)
il mio quartiere è vuoto, ci stanno i vecchi ed i sinti
da quando mamma italia costringe le madri a mandare via i figli
e non è che se ti sbatti poi il lavoro appaia
non è che a laurearti ti viene la smania
di fare la catena di montaggio in germania
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
in italia non torno, ‘sta volta non torno
frà, indietro non torno
non c’è nulla per me, non c’è spazio per me, né futuro per me
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
come guenda che frà, un anno fa si è decisa di emigrare ad londra, frà
meglio londra che fare la fame o a casa con mamma a mangiare, frà
meritocrazia qua pari a zero quindi è sicuro che non svolta, frà
meglio londra che le mani in mano, ha deciso di darsi da fare, frà
meglio tutto, sì, meglio tutto dell’italia, frà, è meglio tutto
siam così piccoli che ai nostri occhi anche un posto di merda è in grado di far brutto
fuga di cervelli, io dico è la fuga di chi c’ha un cervello
vitelli mal nutriti che scappano via dal macello
ah sì pr-nto ma’, chiamo da quella n-z-one che sta oltre la manica
ti chiamo che il compagno di stanza ci ha abbandonato
l’affito è quadruplicato, non è che fai una ricarica?
scusa, ti giuro che vivo tra lavoro e casa
non so se ‘sto natale tornerò a casa
mandami una foto, ricordami un po’ com’è casa
il mio quartiere è vuoto, ci stanno i vecchi ed i sinti
da quando mamma italia costringe le madri a mandare via i figli
e non è che se ti sbatti poi il lavoro appaia
non è che a laurearti ti viene la smania
di fare la catena di montaggio in germania
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
in italia non torno, ‘sta volta non torno
frà, indietro non torno
non c’è nulla per me, non c’è spazio per me, né futuro per me
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
lì non ci torno
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