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letra de impronte - dumb house family

[strofa 1: dhfam]
ehi, ehi
persi nelle nostre tasche, sul cemento come foglie sp-rs-
vittime qua artefici, è regia di circostanze
amico, anche se parte non sono i chilometri
poi dando per scontato che aumentiamo le distanze
sono tempi bui, giungi al punto in cui
niente è più importante, siamo attimi fuggenti nelle vite altrui
vecchie foto sulla scrivania
di quel che fui poco rimane, fra, troppo volò via
alzo lo sguardo ma non c’è un riscontro
la luna è in mezzo e non capisco se sorride o se m’ha mеsso il broncio
ambiguo, sono sincero, mica stronzo
la verità fa male е io ci sporco il foglio
amico, sono attimi difficili
se la sincerità non basta noi restiamo in strada a farci i lividi
la vita scorre come brividi sulla mia schiena
momenti caldi, istanti che si gela
il treno va, lascia vedere appena
ti chiedi quando frena, se in fondo c’è una meta
se questi grossi tiri mi traformeranno in un poeta
poggiala sulla tanita, dimmi quanto pesa
sull’aeroplano le cose che ho dimenticato
come le rose che non ti ho portato mai
non mi scuserò, disteso sopra il prato cerco calma
non so più perché sono incazzato, fra, lo sono e basta!

[ritornello: dhfam]
forse non so cosa fare
perché cerco nuove strade e non impr-nte su cui camminare
urban jungle, urban jungle
è la realtà, fra, che ci sta schiacciando
forse non so cosa fare
perché cerco nuove strade e non impr-nte su cui camminare
urban jungle, urban jungle
è la realtà, fra, che ci sta schiacciando

[strofa 2: musashi aka eugen de silentio]
l’abbruttimento dello spirito è l’acerrimo nemico di ogni singolo individuo che si specchia nel fenomeno
una volta percepito, per questo io mi dolgo e mi trascino nel deserto assieme ai libri come san girolamo
girovago d’un tempo inospitale e tetro cerco l’immortalità all’indietro, vedi umberto eco
per ogni uomo reo d’avere un sogno mi commuovo e non trovo ragion d’essere per l’odio
ho un f-gotto sulle spalle, fango sulle scarpe, muovo passi lungo gli assi delle tratte ferroviarie
deperisco giorno dopo giorno, figlio dell’affanno
il mio sollievo lo rimedio in un sorriso stanco
tramonta il sole sopra l’altopiano, mi chiedo se sappia d’essere osservato almeno da un umano
in tal caso lo sforzo d’essersi fatto da parte lo colmerà di speranze in quanto non è stato vano

[strofa 3: dhfam]
i peggio difetti troppi o troppi pochi
se rimo trasmetto walkie talkie
giù con musa frega un cazzo di sti volti noti
non voglio stare appresso ad occhi vuoti
scaldo i toni sopra al palco in modi rivoluzionari come i moti
apparteniamo a schieramenti opposti
quando conti più lamenti anziché barre incise a sangue sopra i post-it
puoi fare leva quanto vuoi ma non ci sposti
anche se ho i quadri dei miei giorni alle pareti ancora appesi storti
se il passato mi percuote nel presente mio il pescato non dà quote
vedo il futuro come un totem, grezzo come un golem
dhfam è capillare per decapitare
chi cerca impr-nte su cui camminare
nicotina nelle arterie, il rap estivo coi quaranta parla ma non canta
belle fighe in ferie ed io vorrei sp-ccarli tutti quanti in serie
mentre chiudo esa alla finestra e studio le accademie
dumb house resta la sede in festa e resta la mia fede, amico
lei mi chiede se io resto ma sono partito
tutti col disco dell’anno, tutti che ne sanno
non sei un cazzo, man, se manco sai chi sono primo e danno
scrivo il falso, ma schiavo come tutti
siamo vittime di sfizi e dubbi in preda a qualcun altro
resto in ballo con la fam [?]
la città la raido mica in auto ma a cavallo, sciallo

- dumb house family

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