letra de dardi d'agonia - dark novel
[strofa 1]
c-n-lizzo la mia storia, tu resta ad ascoltare
modi di un solitario in un paese senza troppe strade
fuori roma senza aiuti o spalle su cui contare
ma con la fottuta voglia di voler sp-ccare
testi che staccano teste dal collo
flow che scorre rosso sangue d’inchiostro
attreverso il midollo osseo, non posso smettere
prendo il mio testamento lirico e mi vendico in un foglio
io ho iniziato come tutti
con la differenza che avevo inizializzato già l’idea di vederli distrutti
e così, preso atto di coscienza, trovai la mia scienza in quello che li avrebbe resi tutti muti
mangiati le mani, merda, perché ai miei non piaci
dark novel è realtà, tu che non ci credevi taci
oro grezzo in dono, non trovi il tuo perdono
muovi solo, affoghi lento in un mare di abbandono, stronzo!
[strofa 2]
parla e basta, parlamento, casta
io mi fumo quattro etti e poi vi [?] tutto il fondo-cassa
cuore d’oro così freddo che è più calda una carcassa
prepara la corazza, ‘nnamo ‘n piazza
è qui da lontano che tutto è più chiaro
ma vedo solo in parte come luce di un faro
mettimi un bel nome che lo pr-nunciamo piano
questa è sabbia dentro agli occhi e brucia i sogni che facciamo
spesso dice che ti stima ma un bel giorno resti solo
metti il cuore in varechina e paghi un altro giro solo
sono un giovane harry perché so chi sono
e non ci credo ai tuoi fratelli perché so chi sono
porto birre e nostalgia, ti amo, amore, in agonia
collo [?] sopra il conto di messia
te pensi: “basta la periferia”
io sto in terra e nella mia città e pasolini porta profezia
[strofa 3]
ogni notte cerco calliope mentro affilo piume d’oca
per voi iscariota il fare porto in mari amari e gialli ocra
cercatore di qualcosa, sono il bianco menestrello
ho teste viola su un carretto che trasporto per la lingua d’oca
qua calunnie e aculei nel cuore di shere khan
un teutonico, se convierte muerte para su sangre [?]
l’eternità in gara come fantini di longchamp
e tu insulti la mia arte ma ti macchi di lesa maestà
ma io mica tornerò da re, io tornerò da morto
perché questa notte il mostro tornerà da me
guarderà farfalle in teca già annegate nel sakè
per trasformarle in pietra come nicolas flamel
e sarà una serpe di medusa a forgiare il mio mausoleo
aspirazioni realizzabili, galileo
sono un mirmillone di marmo in ginocchio sotto al colosseo
che si avvicina a passo lento al vento caldo di morfeo
[strofa 4]
morto, contorto sogno in corpus [?]
sveglia, torto tolto avvolto tra
titanomachia, trap merde, dnl, trita dinastia [?]
shinigami, lieto ghirlandaio di ricami radicati nei richiami datati [?]
quali [?] letamaio a strati nel mortaio ignavi
mani d’arcolaio tali contro controllati crani
veglia, perla in porte di minosse, litantrace
ergo l’ego e l’eco in morte, selva [?]
sia la notte ma slegando sosia e bocche
molte avvolte né riscosse
in ambrosia di mele rosse
amore muore nell’ade, nell’intercalare il male
sorrisi dei tre visi tenui strenui incisi
[?] di dividi dietro [?]
[?] regressa, requiescat in pacem
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