letra de medley con rumori rosa - claudio lolli
medley con rumori rosa lyrics
c’è della cielo dovunque su baghdad
sopra la palestina e ai campi dei disuniti stati a sud del mondo
ultima stella a destra
ed è il futuro il cielo, vita, zucchero a velo
che scende e non fa male, zucchero intelligente
petrolio dipendente, in questo abituarsi occidentale
ma è vuoto il cielo, abbandonato quindi
l’abbiamo affittato a un dio per molti anni
ecco le torri umane, le utopie, ecco le grotte
forse è nel profondo che si trova, se c’è
poco senso al nostro vivere improvviso, in quel sorriso
che rende ogni caduta lo scherzo di un pagliaccio
ogni lingua divien, tremando, muta
l’insicurezza poi, che si concreta in ghiaccio
a san francisco certo, un’altra vita
gregory corso, un trasparente dietro l’utopia
cinecittà
grande magia del chimico e poi dei biologi
della malinconia
quel funerale a roma e la stazione a roma cacciata via
l’umbria è più piccola, non ha mare
il trasimeno è un’unghia da tagliare ogni due settimane o tre
vergine bionda
o quando cresce la voglia di luce che ti esce dai propri occhiali
senza religione, però la luce ti fa pensare
cucciolo da battaglia, senza fionda
la tua rivoluzione non c’è stata ma ci sarà
perché il futuro è lungo
l’occhiata che dal mare prende il volo non ti vedrà
resterai solo come brel, zangrà
la fortezza bastiani è casa tua
alla periferia della città che non sono riuscito a farti amare
città di comunisti imborghesiti
città di comunisti da b-ttare, ma sapessi
mi affascina il tuo eloquio, la tua lucidità che mi divora
rumore rosa che poi mi lavora la testa
quando lasciamo allegri il nostro bar, è tutto chiaro
manca solo il mondo
cacciare quel fruscio da quella stanza
lungo è il futuro e senza verità
cosa farà chisciotte senza panza?
eccoci dunque qua, dopo lo scambio
la pelle senza dubbio si è strappata
e adesso è ritornata a garantire
queste grandi distanti solitudini
e io sono morto in te
tu mi hai rimesso al mondo, non lo sai
pensi ancira “poco riposato, ma riposante quello che mi dai
ed è chiaro il bisogno che ho di te
nelle notti passate con i figli
o nell’america di un terminal
perduti in una specie di deserto alla fine del viaggio
ti ho sempre chiesto, con pazienza e con coraggio
se il tuo bar per me era ancora aperto
però non ho bisogno che mi curi, è affascinante
anche il nostro male
fare l’amore noi da pari a pari
è questo il mio bisogno orizzontale
è chiaro che il silenzio qui è imperfetto
nel mio aeroporto sono uno standby
l’impianto è spento e quella luce rossa nei marshall
sembra la luna in mezzo ad un viavai
il tecnico del suono è muscoloso
mi ride in faccia e dice
“non lo sai? rumore rosa si chiama”
è proprio come il sogno di una cosa
che non hai
i musicisti sono un’avventura tra terra e mare
senza nessuna paura
guidati al mondo da donne, donne troppo belle
la luna è una bussola in mezzo alle stelle
come se la vita fosse sempre venezia
con la sua magica notte italiana
come se la vita fosse sempre di notte
scoprire la luce dentro la sua tana
perché la verità è rivoluzionaria
della libertà che ci manca come l’aria
perché è la verità che vogliamo respirare
i musicisti sono un’avventura tra la terra e il mare
i musicisti sono un’occasione per giocarsi il mondo, con emozione
sanno amare anche il legno più duro
e inventarsi il cerchio magico del tamburo
e sanno leggere le nuvole in cielo
il senso felice delle parole
come se la vita fosse una poesia
che non lascia mai le persone da sole
come se la libertà, che è sempre rivoluzionaria
perché è la verità che ci manca come l’aria
perché è un’occasione che noi vogliamo inventare
i musicisti sono un’avventura tra la terra e il mare
il senso felice delle parole
come se la vita fosse sempre venezia
guidati al mondo da donne troppo belle, troppo belle
giocarsi il mondo con emozione
ed è la libertà che è sempre rivoluzionaria
tra la terra e il mare, senza nessuna paura
certo che ho bisogno di te, del mare nero criminale
le tue onde che mi piegano in un gioco criminale
certo che ho bisogno di te, carta da lucido e da giornale
e il mio bisogno di te è un bisogno orizzontale
piega la scala, la scala che abbiamo costruito
piegala verso il cielo oppure verso l’infinito
mi basterebbe una lacrima per lamentarmi del tuo dolore
e io te la leccherei come un segno di pace e d’amore
pensa se fosse l’america con il suo sogno artificiale
e se noi volessimo ancora farla stare male
pensa a quella libertà impossibile pericolosa e maniacale
e a quando eravamo liberi a quel progetto verticale
pensa che non ci sono più zingari sulle sponde del c-n-le
e che l’attimo fuggente è fuggito con in tasca il capitale
di una gioventù felice e di un sogno da seminare
che è rimasto negli occhi dei tuoi figli quando te li porti al mare
certo che ho bisogno di altro di una piazza almeno virtuale
di discorsi politici, frenetici di uno scontro frontale
ma mi piacciono anche gli assalti laterali
quando si tratta delle tue gambe dei tuoi sorrisi virginali
pensa se fosse davvero il mare quella sembianza d’infinito
e se avessimo appena cominciato invece di avere quasi già finito
quella fuga di luce che mi ha espropriato il cuore
pensala come vuoi è orizzontale il nostro amore
certo che ho bisogno di te, ti sogno due volte ogni temporale
sempre preziosa soprattutto per me nel mio sogno originale
certo che ho bisogno di te altrimenti sarei normale
uno di quelli che non sanno cos’è l’infinito del tuo organo genitale
uno di quelli che non sanno cos’è perdersi dentro una tenerezza
quelli che neanche a un cane bagnato hanno fatto mai una carezza
ma la fuga io me la vivo con disperata dignità amatoriale
certo che ho bisogno di te é il mio bisogno orizzontale
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