letra de rəsisto - cerb-o
io che mi privo di ogni istinto primordiale
ho camminato in equilibrio su due piedi
non ci sono freni né paura di cadere
ignoro dolcemente dell’umano le radici
e la notte dal treno sembra meno buia
ma la logica avverte quest’amara illusione
sono il figlio illegittimo di ansia e confusione
sono il risultato esatto di paura e astrazione
cammino in solitudine, tutto dorme ancora
la luna è ancora più gelida e sola
per strada la quiete prima della quiete
anche la pioggia fa fatica a scendere ora come ora
avrеi bisogno di uno spazio tutto mio
ma condiviso con il resto del pianeta
avrеi bisogno lungo il viale di un ronzio
che mi restituisca il vero impulso della vita
mi sento un ramo steso
lungo il fiume, tra le onde
e l’attrito del vento che scalfisce
ma non vieta la corrente e il susseguirsi
degli scontri infausti contro le sponde
vorrei dimenticare
i momenti come questi
e ricordare solo gli attimi che rendono
una giornata semplice, eppure strepitosa
e penso poi “che palle che sarebbero i miei testi”
gli occhi scuri sotto ai portici
e la mente viaggia
cerca luoghi mai esplorati e mai vissuti per davvero
e quanto sei bella tu
che mi fissi con quegli occhi speranzosi
e mi accarezzi il viso, e ti guardo
così fiero
quanto è bello questa notte il cielo
io che cammino svelto senza passeggiare
mi son privato di ogni minimo piacere
non ci sono freni né paura di sbagliare
soltanto che non posso dare voce al mio volere
proprio adesso che la notte sembra sempre più buia
e la logica avverte questa strana situazione
sono in balia totale di sconforto e frustrazione
voglio togliermi di dosso questa sensazione
vorrei prender coscienza
un’altra volta, dei miei sogni
e ricordare anche gli attimi che rendono
una giornata nera così meravigliosa
resisto come stelle nella notte di van gogh
gli occhi scuri sotto ai portici
e la mente viaggia
cerca luoghi mai esplorati e mai vissuti per davvero
e quanto sei bella tu
che mi fissi con quegli occhi speranzosi
e mi accarezzi il viso, e ti guardo
così fiero
quanto è bello questa notte il cielo
c’è la tempesta dopo la quiete
la fortuna è cieca, la rabbia ci vede
ci vedono gli occhi annebbiati d’amore
che vedono pure paura e dolore
occhi piangenti di malinconia
dalla finestra la scena è la stessa
la voce metallica alla ferrovia
un’altra fermata ma il tempo non passa
tienimi stretto, stringimi ancora
in fondo al tunnel si affaccia la luce
in questo disordine che non mi piace
sai che detesto lasciarti da sola
la mente stasera mi ha dato ragione
sebbene il corpo non l’abbia accettato
resto seduto ad un’altra stazione
so che il mio sogno non è dimenticato
alzo lo sguardo e vedo casa mia
e la mente viaggia
cerca luoghi mai esplorati e mai vissuti per davvero
e quanto sei bella tu
che mi fissi con quegli occhi speranzosi, e mi accarezzi il viso, e ti guardo così fiero
è più bello ancora questa notte il cielo
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