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letra de oltre la luce - cancro

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“nella luce mi vedrai, mi cercherai e nell’ombra sparirò, ti cercherò”

era una mattina come tante
il sole, sorgeva presto
quell’alba così limpida ma il vento era funesto
pensai a quanto fosse libero mentre io schiavo in quel contesto
poi mi voltai
e con gli occhi guardai
quel mio compagno steso a letto e pensai
non si sarebbe alzato e che il padrone
non appena fosse arrivato
lo avrebbe frustato
capitava spesso anzi capitava sempre
quella la nostra vita
animali da lavoro senza via di uscita
incatenati e poi frustati, picchiati a sangue e poi ammazzati
le donne molestate e stuprate
la solidarietà era basata sul colore della pelle e sull’etnia
l’umanità non esisteva
mentre le stelle
mi urlavano che tutto quello era follia
quel colpo di fucile mi distrasse dai pensieri e mi portò in quel campo bianco di cotone
fu solo allora che mi venne in mente una parola udita un giorno da un vecchio signore…ribellione

così mi guardai intorno, nessuno era spaventato perchè a quel suono eravamo abituati, erano tutti concentrati, con la schiena piegata e le ceste piene
il giorno finì in fretta e mentre gli altri, aspettavano del pane e di formaggio una misera fetta
io mi misi ad aspettare quel tramonto
per conto mio
guardando il cielo immaginando di guardare dio
le nuvole si tinsero di rosso
mentre osservavo un’amorevole bestiola sgranocchiare un osso
poi soffermai lo sguardo sul cancello per uscire
due uomini uno piccolo e uno grosso
uno ubriaco e stanco
all’altro stava ad ascoltarlo
nessuno aveva mai provato a farlo
ma fuggire di quella giornata diventò il mio tarlo
così mi incamminai verso gli alloggi ed incontrai shamal, un caro amico
gli raccontai il mio piano e con il cuore in mano poi mi disse amico mio sei pazzo ma ti benedico
dopo una pacca sulla spalla data con speranza
mi sdraiai, in preda all’ansia
mi ricordai di lei
l’amore di una vita
mi ricordai di come amavo poggiarle sul viso le mie dita
e quel sorriso che si spegneva mentre quello sporco bianco la colpiva

mi ricordai i suoi occhi e quelle sue parole, che narravano di un giorno in cui ogni nostra preghiera sarebbe stata esaudita, poi pensai a molte storie, a quelle della bibbia, a quella disobbedienza, che diede ai primi uomini una scelta
la scelta tra il rimanere schiavi del divino o la libertà

quell’uscita era come la mela e in quel momento mi sentivo eva
mi alzai di scatto
senza pensare
poi mi accucciai per non farmi notare
vidi che uno dei due dormiva e l’altro barcollava
sentii le gambe fremere e fu così che in un istante cominciai a correre
nell’oscurità sfrecciavo
ormai quel varco lo avevo passato
ma quasi dimenticavo
che un uomo non può correre
più svelto di quelle che l’uomo bianco
chiama pallottole
e fu così, che caddi a terra, senza un lamento e in un momento mi diedi conto, che la mia vita finiva quel giorno e non ci sarebbe, stato, ritorno

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