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letra de uno strano nodo alla gola - angelo baiguera

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una fredda mattina del mese di gennaio
che felicità, il primo figlio era nato
auguri e regali, a vederlo faceva tenerezza
con mamma e papà che già lo vedevano crescere in fretta
il nome era già fissato per ricordarne la generazione
coccolato e amato con molta attenzione, ma
nonostante questo ogni notte lui piangeva
con un nodo alla gola che lo soffocava
con la mamma che cercava di calmarne il pianto
quеlle lunghe notti passate in bianco
e gli dicеva sempre una strana cosa
per minimizzare sempre quel suo strano nodo alla gola:
“vedrai, vedrai, bambino mio, che crescerai
non piangere, la mia fine non farai
sarai stimato ed amato, ti faremo studiare
e lavoreremo tutto il giorno per non farti vivere male”

e dopo un po’ arrivò il tempo della scuola
dietro a un banco sperava di conoscere ogni cosa
la sua mente che scopriva parole nuove sul vocabolario
la tristezza di una vita iniziata in un oratorio
lunghe giornate passate tirando calci ad un pallone
persone nere e tristi, arrivò la prima comunione
primi approcci con la vita subito castrati
dall’ultimatum di persone recuperatrici di sbandati
e la sua mente che cercava ma non ce la faceva
veniva frenato dall’alto dal potere e dalla chiesa
ma lui pensava sempre ad una strana cosa
per minimizzare quel suo strano nodo alla gola:
“vedrai, vedrai, bambino mio, che crescerai
non piangere, la mia fine non farai
sarai stimato ed amato, ti faremo studiare
e lavoreremo tutto il giorno per non farti vivere male”
e passò quell’infanzia odiata e non voluta
pensava: “quando crescerò me ne andrò via”
e intanto era arrivato il sospirato primo amore
con una ragazzina niente male, ah che strabiliante emozione!
ma il sesso è molto brutto quando lo scopri a quell’età
pensi a gesù, ai re magi e chi la tocca quella là
finì presto tutto e gli rimase l’illusione
di avere avuto anche lui l’indimenticabile primo amore
ed il tempo che passava e il nostro eroe cresceva
in una gabbia di ferro, di esser chiuso se ne accorgeva
ma lui pensava sempre ad una strana cosa
per minimizzare quel suo strano nodo alla gola:
“vedrai, vedrai, bambino mio, che crescerai
non piangere, la mia fine non farai
sarai stimato ed amato, ti faremo studiare
e lavoreremo tutto il giorno per non farti vivere male”

e poi la presa di coscienza, individuato il nemico
manifestazioni, assemblee, c’era il partito
la vittoria dietro l’angolo, militanza in verdone
erano i giorni un po’ tristi della nostra illusione
basta i rapporti a due, con l’-n-lisi della situazione
molto meglio vivere tutti quanti in una comune
belle quelle sere passate tutti insieme
a sforzarsi ed a cercare di volersi bene
però che strana quella comune
si trasformò presto in una polveriera
che esplose lanciando lontana ogni persona
con il rispettivo nodo alla gola
“vedrai, vedrai, bambino mio, che crescerai
non piangere, la mia fine non farai
sarai stimato ed amato, ti faremo studiare
e lavoreremo tutto il giorno per non farti vivere male”
e siamo ai giorni nostri e lui è diventato uomo
pensa agli ultimi anni, passati dentro a un sacco a pelo
realtà che cambiano, dov’è finito il nemico?
sta a vedere che proprio adesso lui l’ha perduto
triste realtà, realtà quotidiana
ricerca di sé stessi con l’acqua alla gola
che bravi sono stati, che hanno fatto vivere una vita
sperando che prima o poi fosse finita
e adesso lui c’ha un figlio, a vederlo fa molta tenerezza
con lui che spera di vederlo crescere molto in fretta
e quando lo sente piangere, ricorda sempre una cosa
per minimizzare quel suo strano nodo alla gola:
“vedrai, vedrai, bambino mio, che crescerai
non piangere, la mia fine non farai”

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